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E la Signora si "scansa" davanti alle 600 di Buffon

Gigi quarto giocatore della A giunto a questo traguardo. Allegri: «Ho sempre trovato squadre messe di traverso...»

E la Signora si "scansa" davanti alle 600 di Buffon

Torino - Seicento presenze in serie A, come prima di lui hanno fatto solo Paolo Maldini (647), Javier Zanetti (615) e Francesco Totti (607): Gigi Buffon entrerà nel prestigioso club oggi pomeriggio (168 le presenze con il Parma, 432 con la Juventus) e, almeno in questo caso, troverà gente pronta a scansarsi per inquadrarlo meglio, applaudendolo. Sul fatto poi che per facilitarne la giornata si scansi pure il Chievo, non c'è da scommetterci: con buona pace della sterile polemica alimentata nei giorni scorsi.

Chievo-Juventus, allora. Una partita di calcio come tante altre. Con la Signora ovviamente strapotente e strafavorita, pur se stanca dopo un periodo a dir poco intenso (7 match in un mese), con gli uomini contati (un reparto su tutti: l'attacco) e anche un po' acciaccati. «Raschiamo il fondo del barile e affrontiamo la pausa con la pancia piena», aveva detto Allegri nel post Lione. Consapevole di una condizione fisica che non c'è per i motivi di cui sopra, ma pure del fatto che in Italia questa Juve raffazzonata e non sempre convincente ha pur sempre vinto nove partite su undici, avendo già messo tra sé e la Roma seconda in classifica quattro punti. «Tutte queste critiche che sento in giro mi fanno sorridere, perché stiamo andando bene. Siamo in testa al campionato e in Champions abbiamo molte probabilità di arrivare primi nel girone. Il caso Buffon? La società ha fatto un comunicato, non c'è molto da aggiungere. Nel mio cammino professionale non ho mai trovato una squadra che si scansasse. Anzi, le ho sempre trovate davanti».

Meglio pensare al Chievo e basta, «il peggior avversario che potessimo affrontare in questo momento». Perché i veneti corrono tanto e le statistiche lo confermano. La Juve dovrà quindi verificare sul campo se avrà ancora la necessaria benzina o meno: curiosamente, si affrontano due tra le squadre con l'età media più alta del campionato (30,1 i padroni di casa, primatisti in questa speciale classifica: 28,1 i bianconeri, terzi) e quelli che presentano maggiori incognite paiono proprio i campioni d'Italia. Obbligati a spremere Mandzukic e Higuain per mancanza di alternative (Dybala rientrerà dopo la sosta, non così Pjaca) e a convocare pure Marchisio e Bonucci, uscito acciaccato a metà settimana contro il Lione: magari non giocherà nessuno dei due, ma già il fatto che Allegri se li sia portati dietro certifica qualche timore. «Siamo soltanto al terzo mese della stagione, dovremo arrivare a marzo in lotta su tutti i fronti. Quanto al modulo, non ho ancora deciso: valuterò le condizioni di Marchisio, che mercoledì ha giocato una partita intensa». E che è reduce da sei mesi di stop, a causa di un ginocchio ko: l'impressione è che il Principino non sarà rischiato, però mai dire mai.

«Andiamo dritti per la nostra strada, volendo vincere a tutti i costi anche questo match. Lo stimolo è restare davanti a tutti, cercando di migliorarci. Vincere lo scudetto non è semplice: non basta giocare al 50%, la Juve deve dare il 100%. Le critiche ci stimolano, il resto non ci deve interessare. Già l'anno scorso si diceva che la squadra non fosse all'altezza perché aveva cambiato troppo, salvo poi giocarcela alla pari con il Bayern Monaco negli ottavi di Champions. Come si dice dalle mie parti: le chiacchiere le porta via il vento, le biciclette i livornesi. Vogliamo essere giudicati per quello che facciamo». Gli spifferi, insomma, restino tali. Parola al campo.

E, se qualcuno ha pensato di scansarsi, affari suoi.

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