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Ecco l'Italia: copia Juve e Napoli

Prandelli si è adeguato ai suoi modelli per sfruttare meglio Pirlo. "E non posso aspettare nessuno"

Ecco l'Italia: copia Juve e Napoli

Pronti, via. Si riparte. Destinazione mondiale del 2014, in Brasile lo striscione d'arrivo. Si riparte con una Nazionale che non ha solo il pennacchio del vice-campione d'Europa ma risulta promossa a pieni voti dal vertice dei tecnici dei club iscritti alla Champions, promosso dall'Uefa. «Hanno riconosciuto all'Italia di Prandelli la capacità di produrre calcio propositivo» è la segnalazione proveniente da Carlo Ancelotti, uno dei testimoni del dibattito sull'argomento. É già un cospicuo risultato per il maltrattato calcio italiano ma che può risultare anche un bel peso sulle spalle di alcuni giovanotti che rappresentano il volto nuovo e ancor più giovane presentato stasera a Sofia (stadio Levsky) da Cesare Prandelli. Basta scorrere qualche cognome, a cominciare dalla difesa (Ogbonna confermato dopo la prova doc contro l'Inghilterra a ferragosto), per cogliere il filo d'Arianna utilizzato dal ct, spaventato dall'idea di cominciare con un mezzo passo falso il lungo cammino in un girone non proprio semplice, anzi pieno di insidie (Danimarca e Repubblica Ceca le mine vaganti, si qualifica subito solo la prima della classe), ingigantite anche da un dato statistico (gli azzurri, nella storia, non hanno mai vinto in Bulgaria. Ultimo successo dei nostri avversari, in amichevole, datato settembre del '91, 21 anni fa addirittura).

Così invece di rincorrere i capricci di Balotelli oppure le lotte quotidiane di Cassano con la bilancia e col bon ton, il Ct può virare verso i più in forma del campionato. «Non ho tempo per aspettare gli altri» la spiegazione brutale ma sincera dell'interessato. Giovinco e Osvaldo, in fatto di gol, per esempio, hanno fatto meglio della concorrenza, Pazzini a parte? Allora tocca a loro due guidare l'attacco nella convinzione che anche il nuovo sistema di gioco possa offrire loro un contributo decisivo in fatto di gol e genio, due delle famose “g“ dello spartito prandelliano. Sotto, sotto, il vero motivo che ha spinto il ct a rivedere le proprie idee tattiche e a disegnare la sua Italia a immagine e somiglianza di Juve e Napoli è un'altra: e cioè la volontà di utilizzare Pirlo non più come schermo protettivo davanti alla difesa, ma come fonte ispiratrice delle trame di gioco e perciò anche delle giocate offensive. Non a caso, a Udine, sui lanci dell'ex milanista, Giovinco provocò il rigore e l'espulsione del portiere friulano. Osvaldo parte in pole position, persino dinanzi al giovanissimo Destro, preferito dal Ct che lo ha allenato a Firenze nonostante abbia dato prova, proprio a San Siro, di essere un tipo fumantino. «Nervoso» secondo il Ct, polemico secondo gli arbitri: già espulso alla seconda del torneo, per somma di ammonizioni.

In azzurro, Osvaldo è un quasi debuttante. Un paio di presenze, il battesimo a Pescara nell'ottobre scorso, zero gol, niente di speciale da segnalare: per un attaccante il fatturato è la prima cifra che lampeggia nel curriculum. Ha l'età giusta, 25 anni, per affiorare con decisione nel panorama internazionale o affogare nell'anonimato. La scuola di Zeman può conferire qualche movimento in più al suo repertorio. Con Giovinco deve inventare l'intesa, l'unico precedente tra i due è fermo all'amichevole con l'Irlanda del Nord, a Genova, 34 minuti: troppo poco per far pensare a un collaudato sodalizio.
Che la virata verso il 3-5-2 di Prandelli sia il frutto, necessario, dell'ottima resa ottenuta da Conte e Mazzarri è testimoniata anche dalla decisione di scatenare sui binari laterali Maggio a destra e Giaccherini a sinistra: il primo, agli europei, ha tradito qualche difficoltà nell'inventarsi terzino, il secondo ha ricevuto lodi forse eccessive rispetto al rendimento.

Ma sono due generosi pedalatori ed è ciò che serve al Ct e all'Italia: hanno bisogno di corsa e di energie da spendere subito per avere la meglio sulla Bulgaria di cui non si conoscono recensioni recenti e che è rimasta vedova di Berbatov, così tradendo la necessità di puntare sul suo talento per colmare le tante lacune segnalate nei mesi passati.

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