Entra Ibrahimovic e il Milan all'improvviso non si suicida più

Sotto di 2 gol, una rete annullata, rivali in 10, Zlatan in campo, Leao accorcia. Autogol Spal

Entra Ibrahimovic e il Milan all'improvviso non si suicida più

Il Milan di oggi non è ancora maturo per tornare a fare il Milan. La continuità che è il suo limite più vistoso lo tradisce nel viaggio a Ferrara dopo i due successi consecutivi di Lecce e Roma che han fatto pensare a un riscatto definitivo. E invece no. Basta una Spal coraggiosa e fortunata per apparecchiare un paio di sigilli che le consentono poi di restare davanti anche in 10 contro 11 per oltre 50 minuti nonostante gli arrivi di Leao, Ibra e Bonaventura che sono i tentativi disperati di Pioli di risalire la corrente, operazione riuscita al 94esimo con una clamorosa autorete di Vicari. Adesso la Spal vede lontana la salvezza mentre il Milan va incontro alla doppia sfida Lazio-Juve che può dargli lo spessore autentico.

A sgabbiare cosi dallo spogliatoio, con la testa alla Lazio magari, per il Milan c'è il rischio di finire subito fuori strada. Dopo 13 minuti, su azione da calcio d'angolo, subisce un gol da far inviperite il suo allenatore perché restano tutti fermi come belle statuine e Valoti può raccogliere una palletta vagante e infilarla alle spalle di Donnarumma. Addizionato il gol subito all'insulto muscolare tradito subito dopo da Castillejo, ecco che il Milan perde un altro di quegli esponenti più promettenti di questo scorcio di stagione. Saelemaekers, appena premiato con il riscatto (operazione da complessivi 7,2 milioni, un classico del format inseguito da Elliott), è il suo sostituto in una serata scandita anche da qualche ricambio inevitabile (3 rossoneri rispetto alla Roma) con Ibra in panchina. Lo svedese fulmina con gli occhi i suoi sodali al culmine del secondo gol prima della mezz'ora per responsabilità collettiva tra Kessie, Romagnoli e Donnarumma beffato da una prodezza balistica di Floccari da 25-28 metri. «Io sono pazzo» commenta l'attaccante della Spal con i suoi e infatti serve la follia di uno così per tentare, da quella distanza, con la palla che gli rimbalza davanti, di cogliere il bersaglio. Il gol (tolto per fuorigioco di Rebic) e il palo scheggiato da Calhanoglu sono le repliche abbozzate dal Milan nel frattempo in superiorità numerica (espulso D'Alessandro).

La ripresa è il festival degli errori di mira dei milanisti raggiunti nella ripresa da Leao, finalmente di buzzo buono. Paqueta è l'unico a cercare la porta con qualche precisione anche da mezz'ala, Rebic invece perde il tocco magico e perciò l'ultima mezz'ora tocca a Ibra secondo il piano predisposto il giorno prima. Zlatan si piazza al centro dell'area in attesa di rifornimenti all'altezza della sua sagoma.

La conseguenza è una sola: a furia di assediare l'area altrui, Leao trova un varco in area e ne approfitta a conferma d'aver imboccato il sentiero giusto per conquistare un pezzo di futuro rossonero. Prima della fine il 2 a 2 rocambolesco è un assist del destino che rimette sui binari Pioli e il Milan tutto.

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