Non è stato un banale esonero, per quanto discutibile e fuori tempo massimo. No, è stata un'autentica rivoluzione. L'ennesima che ha rovesciato come un calzino l'Inter squadra e il suo attuale assetto societario. Una rivoluzione decisa a Nanchino, in Cina, residenza della regia operativa di Suning e della famiglia Zhang da un anno e poco più alla guida del club, senza consultare nessun esponente dell'Inter italiana. Pioli è stato esonerato col comunicato delle 22.31 mentre la Juve volava felice verso Cardiff e nelle stesse ore si è appreso dell'arrivo ingombrante di Walter Sabatini, ex ds della Roma, scelto come supervisore delle due squadre, quella italiana e quella cinese controllate dal magnate di Nanchino. I 2 punti raccolti in 7 partite, le ultime, sono state il pretesto per richiamare in panchina Stefano Vecchi, allenatore della primavera e preparare l'ingresso ad Appiano Gentile di un numero uno, Conte quello inseguito con maggiore determinazione (Simeone e Spalletti le alternative). Prima che l'Inter si radunasse con la triade delegittimata (Ausilio, Gardini e Zanetti che si sono presentati nello spogliatoio per spiegare il provvedimento), Sabatini in Cina ha tenuto una conferenza stampa per illustrare il proprio ruolo di supervisore delle squadre di calcio e dei progetti di espansione socio-culturale del gruppo. Di fatto, dopo un periodo di apprendistato a Nanchino, si trasferirà a Milano per diventare il presidente operativo dell'Inter, il plenipotenziario di Zhang sr.
Non solo. È confermato anche il ritorno, sempre nel regno di Appiano Gentile, di Gabriele Oriali, attuale team manager della Nazionale italiana: sarà l'ufficiale di collegamento tra il prossimo allenatore, lo spogliatoio e la società ed è in grado di collaborare concretamente all'arrivo di Conte con il quale, a Coverciano, ha stabilito un rapporto di amicizia solida e di sintonia calcistica. Ausilio, al quale hanno appena rinnovato il contratto triennale, svolgerà il compito di ds, si occuperà di mercato insomma e dipenderà da Sabatini anche se, ufficialmente, nessuno gli ha ancora illustrato il nuovo organigramma. A sentire le voci arrivate dalle viscere dell'Inter, lo spogliatoio era diventato una sede staccata di un gruppo anarchico con fazioni contro fazioni, senza che a nessuno dei triumviri societari fosse riconosciuta l'autorità necessaria. L'amara confessione di Gagliardini, uno dei ultimi arrivati, è giunta fino alle orecchie del vice di Gasperini, Gritti, a Bergamo.
Perciò Zhang senior ha deciso non solo l'esonero di Pioli destinato alla Fiorentina ma di modificare completamente il management del club (al direttore generale Gardini, in scadenza di contratto, è stato promesso un rinnovo). Il provvedimento choc ha spiazzato quasi tutti. Sandro Mazzola è stato il più tenero: «Società impaziente». Mancini si è lavato le mani: «Mi spiace tanto». Bergomi il più chirurgico: «I tifosi non meritano tutto questo, l'arrivo di Sabatini delegittima chi c'è già». Tronchetti Provera, lo sponsor munifico degli anni morattiani, ha liquidato l'esperienza di Pioli («non ha funzionato») e spalancato le porte a Conte («nessuna preclusione»). Il tecnico silurato, accompagnato dal figlio, nel pomeriggio è salito ad Appiano per liberare l'armadietto e conoscere dalle parole di Ausilio la spiegazione del provvedimento. «Sono rimasto sorpreso» la frase affidata al suo agente.
Gli hanno raccontato una chiave di lettura attendibilissima: dopo de Boer, la proprietà era per Marcelino, il ds per un italiano che conoscesse campionato e calciatori, Pioli insomma e dopo un tira e molla ridicolo si decise per la pista italiana. Appena la squadra è finita nelle secche di una classifica deprimente hanno fatto pagare il conto a Pioli e Ausilio.
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