Sotto l'albero dei Giannizzeri si è sciolta la Nazionale di basket eliminata nei quarti dell'Europeo da una Serbia più alta, più grossa, sicuramente più brava, anche se era più avvicinabile di quella d'argento all'Olimpiade. Ci hanno provato da squadra che sa battersi. Meritano almeno rispetto. All'alba sul Bosforo il presidente federale Petrucci ha salutato Ettore Messina, diretto in Texas, a San Antonio e, nello stesso tempo, ha saputo che Boscia Tanjevic stava annunciando il ritiro dall'attività come allenatore pur restando al servizio del Montenegro caduto negli ottavi.
I suoi due allenatori preferiti, argento europeo il primo, oro continentale il secondo, se ne vanno quasi nello stesso giorno mentre il mondo italiano del basket si divide ancora negli ottimisti, partendo dal numero uno, che pensano di avere la miglior squadra in rappresentanza di un movimento che, ci si augura, dovrebbe avere un po' di rimorsi, e i pessimisti, che pensano sia purtroppo tutto vero.
Quello che potevano fare i reduci di Azzurra ora et labora lo abbiamo visto. Dignitosa presenza, un settimo posto che sa di acqua ossigenata. Potevamo fare meglio con Gallinari? Non contro questa Serbia dei baobab e del genio Bogdanovic. Tredici anni senza titoli, porte prese in faccia troppe volte per non preoccuparsi e infatti Petrucci, speriamo non con la lentezza del Giomi dell'atletica dopo il flop mondiale a Londra, si è messo subito al lavoro: «Abbiamo delle idee ne parleremo con tutte le componenti del nostro basket. Dobbiamo fare delle riflessioni perché negli ultimi 13 anni non si è vinto nulla. Presto ci saranno novità».
A dire il vero una novità e anche brutta ci sarebbe già nel momento in cui le insegne del comando passano da Messina a Romeo Sacchetti, argento olimpico, oro europeo, scudetto e due coppe Italia: non sappiamo infatti con quali giocatori l'Italia andrà in campo a Torino contro la Romania e poi in Croazia per le qualificazioni mondiali, l'unica strada per arrivare, si spera, alle Olimpiadi che ci mancano dal 2004.
Degli azzurri di questo Europeo il 23 novembre mancheranno sicuramente Gallinari e Belinelli, impegnati con la Nba, oltre a Datome, Melli e Hackett impegnati nell'Eurolega, i primi due con i campioni del Fenerbahce, l'altro a servizio del Bamberg di Trinchieri. Improbabile che ci siano anche quelli dell'Armani considerando che proprio il 23 la squadra di Pianigiani giocherà in casa con l'Olympiakos Atene e una settimana dopo sarà ad Istanbul con l'Efes.
Questo si sapeva e lo sapeva anche Sacchetti quando ha accettato di guidare la Nazionale oltre a Cremona. Dovrà inventarsi una squadra diversa e Petrucci, che intanto si augura di poter rivedere prima o poi Messina ancora in Italia («ha fatto un grande lavoro ed è una risorsa per il movimento») sembra davvero troppo ottimista se pensa che Sacchetti possa continuare il lavoro impostato dal nobile predecessore. Non potrà farlo perché gli mancheranno i giocatori e poi tutti sanno che la filosofia di gioco del granicero che Gamba utilizzava per le missioni difensive speciali sono molto diverse.
Sperare di
qualificarsi contro Romania, Croazia e Olanda è il minimo, anche con tante assenze, ma per il mondiale del 2019 in Cina dovremo puntare su una squadra nuova e diversa da questa che nelle graduatorie mondiali Fiba è al 35° posto.
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