Milano - Un'Inter bella ma anche pazza si regala un'altra notte per sognare. Nel segno di Milan. Non c'entrano i cugini, ma quel Skriniar che spalanca la strada della vittoria contro la Sampdoria, blindata dalla doppietta di capitan Mauro Icardi. I tre gol macchiati dai due subiti nel finale regalano alla squadra di Spalletti il primato solitario aspettando il Napoli. È la terza volta in questo campionato, ma ha un significato diverso. Perché siamo alla decima giornata di campionato e i valori iniziano ad assumere contorni definiti. E poi arriva alla fine di un trittico Milan, Napoli e appunto Sampdoria, che doveva dire qualcosa sulle ambizioni nerazzurre. E ha detto molto. Inter da Champions senza nominare lo scudetto come insegna Spalletti. Ma di questo passo Icardi e compagni non potranno continuare a nascondersi ancora per molto. Il primato assume anche un'importanza diversa per come arriva la vittoria contro la Sampdoria: perché la prestazione è convincente come mai lo era stata finora, perché è un'Inter che per oltre un'ora è stata anche bella con un effetto trascinante per i 54.451 spettatori che hanno riempito di martedì sera San Siro. I quali si sarebbero evitati l'ultimo quarto d'ora d'ansia. Che comunque non ha rovinato la tradizione favorevole nell'infrasettimanale: otto vittorie in dieci partite nelle ultime tre stagioni, Juve e Napoli stasera possono solo copiare.
Ma non è una questione di trend, la squadra di Spalletti è tremendamente vera. Lo conferma il primo tempo contro la Sampdoria iniziato senza il minuto di silenzio dopo il caso degli adesivi di Anna Frank dei tifosi della Lazio ma leggendo solo un brano del libro. Poi i nerazzurri lasciano dieci minuti alla squadra di Giampaolo, che è una delle più apprezzate in questo scorcio di stagione, ma quando prende il comando delle operazioni Borja Valero l'Inter domina. L'ex viola ormai trequartista prescelto, confermato come tutti gli altri. Perché squadra che vince (Milan) e convince (Napoli), non si cambia: anche se finora solo in quattordici sono partiti titolari, tra questi anche un rivitalizzato Nagatomo, e appena diciannove giocatori sono stati impiegati. Sono i due dati più bassi del campionato e alla lunga la rosa corta potrebbero rivelarsi un limite. Intanto Spalletti va per la sua strada perché «se fai un passo bene, quello dopo riesci a farlo meglio e puoi aumentare la velocità». Ed è proprio quello che sta succedendo all'Inter. Che sarà stata anche fortunata in qualche passaggio, ma quella buona sorte se l'è andata a cercare. E per collezionare dopo dieci giornate ventisei punti, l'ultimo a riuscirci era stato Simoni venti anni fa, ci deve essere molto altro. Per capirci questa squadra sta facendo meglio dell'Inter del triplete che si era fermata a venticinque.
E più passano le partite, più aumentano le certezze. Skriniar è una di queste e come a Crotone trova il guizzo sugli sviluppi di un calcio d'angolo. Poi è un tiro a segno con Puggioni che fa quel che può aiutato anche dai legni: Perisic centra la traversa da quaranta metri, Icardi il palo dopo aver già segnato il primo dei suoi tre gol. Nella ripresa il monologo sembra non cambiare: il capitano cala il tris, Perisic spacca la traversa. Poi come nel derby i nerazzurri tirano il fiato e Kownacki sorprende Handanovic distratto dopo i miracoli di Napoli. L'Inter stanca torna anche pazza con Quagliarella che accorcia ulteriormente, quarto gol di fila segnato ai nerazzurri.
Scosse che fanno arrabbiare Spalletti e che servono a ricordare che bisogna sempre stare sul pezzo per una delle migliori difese del torneo. Comunque quando Perisic mura Quagliarella nell'area piccola interista si capisce lo spirito di questa squadra che va a dormire guardano tutti dall'alto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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