Il giorno dopo della Ferrari è ancora più triste di quello dell'autoscontro brasiliano. Tornare a casa senza un punto, dopo aver impacchettato i resti della bravata dei due piloti non è una bella sensazione. I meccanici hanno ricevuto le scuse di Vettel e Leclerc. Scuse separate, ma sentite, perché tutti e due hanno capito benissimo di averla fatta grossa. Mattia Binotto ha rimandato il confronto, così almeno si raffredderà la voglia di prenderli a sberle. Seb e Charles hanno dimostrato di non aver capito lo spirito del fondatore, quel «la Ferrari viene prima di tutto» che da sempre governa Maranello. O, per lo meno, dovrebbe governare, visto che gli autoscontri non sono mancati nella gloriosa storia della Casa che non è fatta solo di gesti come quello di Peter Collins che lasciò la sua auto (e il titolo iridato) al vecchio maestro, Juan Manuel Fangio a Monza nel 1956.
Ecco Leclerc a Vettel non lascerebbe neppure l'ultima fragola nel piatto. Ma la domanda che si sarà fatto Mattia mentre volava verso l'Italia sarà stata: è una coppia che possiamo ancora gestire? La risposta è stata sì. Non è prevista la cacciata di Vettel per sostituirlo con un Bottas qualsiasi. Cesare Fiorio, uno che di piloti e di guerre fratricide se ne intende, non ha dubbi. Lui ha sempre avuto squadre fortissime, prima in Lancia e poi nei tre anni a Maranello dove stava per portare anche Ayrton Senna... «Ho sempre pensato che è meglio avere due grandi campioni in squadra piuttosto che un grande campione e una mezza calzetta. Meglio due piloti che possano lottare per vincere le gare e il campionato. Certo si corre qualche rischio, ma si tratta di rischi più accettabili di quelli che si avrebbero avendo una squadra con un solo pilota in grado di puntare al titolo». Lo ha vissuto sulla sua pelle. Estoril, Gp del Portogallo 1990, prima fila tutta Ferrari con Mansell in pole davanti a Prost. Al via il leone punta verso il muretto per bloccare il compagno di squadra e le due McLaren volano in testa. Quasi un patatrac, concluso poi con la vittoria della Ferrari sbagliata, quella di Mansell e non quella di Prost in lotta per il titolo. Fiorio riuscì a limitare i danni. A far capire ai due che il bene primario era la Ferrari e che da quel momento in poi la priorità era aiutare il Professore nella sua lotta contro Senna. «Situazioni così possono essere gestite anche perché se i tuoi piloti sono persone intelligenti oltre che veloci, capiscono come comportarsi». Rileggendo quanto capitato a Interlagos, Cesare Fiorio aggiunge un ingrediente passato in secondo piano: «Credo ci sia stata anche molta sfortuna. Incidenti così spesso finiscono con un contatto ruota contro ruota e nessun danno. Al massimo esce una macchina, ma non due in un colpo. Secondo me non è stata colpa di nessuno dei due».
Fiorio crede che la coppia non sia scoppiata. Che sia ancora gestibile dal team. «Leclerc rappresenta il futuro, la nuova generazione che dominerà la Formula 1 nei prossimi anni.
Vettel aveva avuto un appannamento alla fine della scorsa stagione e all'inizio di questa, mi pareva tornato in forma da Singapore. Mi pareva ancora un campione. Questo è stato un brutto colpo. Ma sono loro la coppia su cui puntare». Basterà dargli una Ferrari vincente. Non una che insegue anche le Red Bull.
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