È la penultima. Ma potrebbe essere l'ultima. Dipende dal Cagliari, dipende dall'Inter. Ovviamente dipende anche dal Milan. Finale di quelli che non ti aspettavi ma per i quali godi, sempre che poi arrivi la vittoria. I diritti tivvù rendono irregolare questi turni conclusivi, le squadre scendono in campo già sapendo il risultato delle concorrenti al titolo o alla retrocessione, per fortuna i calciatori si comportano meglio di chi gestisce il sistema ed è sotto schiaffo delle emittenti, badando esclusivamente al denaro e non alla correttezza del gioco. Il Milan parte prima, contro l'Atalanta non è facile anche perché i bergamaschi puntano ancora a un piazzamento di coppa. San Siro parato a festa è preannuncio di una domenica bestiale ma i tre punti rossoneri restano sospesi in attesa dell'esito serale di Cagliari-Inter. Bei tempi quelli del rimbalzo di voci e tensioni da uno stadio all'altro, la radio e la tivvù con l'effetto di un elettrocardiogramma di novanta minuti, scusa Ameri era l'interruzione che significava molto, quasi tutto. L'Inter fresca di coppa bis saprà quello che dovrà ottenere ma, come nel caso dell'Atalanta, l'avversario, cioè il Cagliari, non può fare conti e sconti, gli occorrono i punti per salvarsi da una stagione maligna e non per responsabilità esclusiva degli allenatori, basta controllare la giostra di questi anni per comprendere dove sta l'equivoco. Una domenica lunga, il Cagliari può approfittare dell'errore di Perotti che ha messo nei guai la Salernitana fermata al pari ad Empoli ma la voglia dell'Inter di centrare un triplete casalingo ha la prevalenza. Il minestrone di calendario comporta domani sera Juventus Lazio che resta viva per l'addio di Chiellini.
Voci bianconere mormorano che il capitano possa (debba aggiungo io) prendere il posto di Pavel Nedved reduce da alcune baruffe con i vicini di ufficio. Lo stadium onorerà Chiellini ma c'è anche Immobile che vuole ribadire di essere il migliore goleador, ancora una volta, della serie A e proprio davanti a Vlahovic.
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