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Finalmente Milano si riprende il suo dna

Sacchi-Trap? No, Giampaolo-Conte. I tecnici riportano Milan-Inter sulle orme della storia

Finalmente Milano si riprende il suo dna

Sarà il primo derby senza Mauro Icardi, emigrato a Parigi e decisivo nelle ultime quattro stracittadine con 5 gol segnati. Ma sarà anche il derby degli allenatori che riprendono il dna dei predecessori illustri e vincenti. Giampaolo come Sacchi, Conte come Trap, nel modulo e nella mentalità rossoneri e nerazzurri vogliono tornare a un passato fatto di successi. Per entrambi è il derby meneghino d'esordio, e in carriera tra Genova e Torino non lo hanno mai perso. Anzi, il tecnico pugliese li ha vinti tutti sulla panchina della Juve e non ha mai perso contro il Milan in nove gare da quando allena. Quello rossonero, da blucerchiato, ne ha conquistati 4 su 6.

Milan-Inter diventa così l'ora della verità. «Testa alta e giocare a calcio», teorizzò Giampaolo. Che del derby ha discusso proprio con Sacchi, uno dei suoi principali sponsor. La ricetta deve ancora essere definita, ma pure l'ex totem milanista concorda su una composizione più offensiva.

«Testa bassa e pedalare», disse invece Conte che arriva da una settimana nella quale la sua squadra è sembrata un po' smarrita, lontana dall'idea di gioco del suo allenatore quanto a intensità e atteggiamento. E come se non bastasse, il giorno dopo è venuta alla luce l'accesa discussione tra Brozovic e Lukaku negli spogliatoi. «Trap diceva che allenare l'Inter è una centrifuga? Quello che dicono i maestri non va mai contraddetto - così il tecnico - Mi è stato detto: Anche negli anni passati filtravano tante cose, bisogna accettare, è normale amministrazione. Altri club sono più bravi a gestire e a proteggere, su questo dobbiamo migliorare tanto, dentro e fuori dal campo. Il riferimento agli anni passati crea solo alibi... Cerchiamo di cambiare le cattive abitudini».

«La mia ambizione al Milan è vincere e convincere», il grido di battaglia di Giampaolo, un seguace del tecnico di Fusignano della prima ora («sono cresciuto a pane e Sacchi», disse tre anni fa prima di approdare alla Samp, con il Milan già sulle sue tracce). Stasera non partirà favorito («la cosa non mi interessa, non cerco un vantaggio mediatico»), non rimpiange Sensi, corteggiato dai rossoneri ma poi approdato all'Inter, e medita il colpaccio: «Penso di fare meglio dello Slavia Praga, non voglio difendermi nel fortino».

E proprio Giampaolo ha detto di aver visto in questa Inter il primo Conte alla Juve. «Che l'Inter sia già definita non penso - ha risposto l'allenatore dei nerazzurri, che vuole fare l'impresa già riuscita al maestro Trapattoni, ovvero vincere sulle due panchine - Non si possono fare paragoni rispetto a quando arrivai in bianconero: quella era una squadra che non partecipava alle coppe europee, c'erano giocatori che non avevano pedigree nazionale e internazionale, ma sono poi diventati grandi calciatori. Qui c'è una buona base di giocatori che ha voglia di lavorare, sta solo a loro fare quello step per diventare ottimi giocatori».

E stasera è già un vero esame.

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