È finita un'Era: Serena non è più la migliore

Ko come nel 2015 con la Vinci. Ma stavolta è il peso degli anni. Nuova n°1 la palestrata Kerber

Marco Lombardo

In più di vent'anni davanti a lei si sono avvicendate in tante, in 186 settimane consecutive ci hanno provato in molte. Ora però la classifica non mente e Serena Williams ha 35 anni, l'età in cui una tennista pensa a cosa fare dopo, se non l'ha già fatto. E dunque non essere più la numero 1 del mondo dopo aver perso la semifinale degli UsOpen è forse l'inizio della fine. New York tradisce ancora una volta la sua regina: un anno fa fu per mano di Roberta Vinci, questa volta è stata colpa di Karolina Pliskova. E non è la stessa cosa, perché la Williams confusa e tremebonda di allora davanti alla possibilità del Grande Slam, non era la stessa che l'altra notte ha perso 6-2, 7-6 chiudendo il match con un doppio fallo: questa è semplicemente più malandata per un problema al ginocchio. E in pratica più vecchia.

La storia del tennis racconta che probabilmente così finisce un'era: magari i capricci del computer riporteranno Serena ancora un po' in vetta, lì dov'è stata appunto nelle ultime 186 settimane delle 309 complessive di carriera (sopra di lei solo la Navratilova con 331 e la Graf con 377), ma non c'è dubbio che il dominio è finito, il capitolo sta per chiudersi. E come capita di solito, dopo una tale campionessa assoluta, il dopo non è proprio lo stesso: per carità Angelique Kerber, la tedesca da lunedì in vetta al ranking, è lì dove si merita di essere. A gennaio ha vinto in Australia (sorprendendo in finale proprio la Williams) e domani si giocherà il titolo di New York contro la Pliskova, altra ragazza in ascesa e protagonista di un insolito destino: emersa a fianco di una gemella - Kristyna - con la quale si era divisa il successo in uno Slam junior (lei a Wimbledon, l'altra a Melbourne) l'ha sorpassata diventando la più brava di famiglia. E prima di battere Serena ha eliminato Venus salvando un match point. Ha un servizio micidiale e tanta potenza, ovvero più o meno le doti della Kerber, ragazza preparata e palestrata.

Però è questa appunto l'immagine del tennis del dopo Serena, sperando che Serena non molli troppo presto: «E comunque non ho perso perché ero stanca o perché mi fa male il ginocchio. Ho perso perché lei è stata più brava». Ecco: l'era Williams è anche questo, un mix di talento e fairplay. Quel mix che presto ci mancherà. E ci mancherà lei.

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