Alla gara numero 37, arriva anche il primo 0-0 del Mondiale. Merito si fa per dire di Francia e Danimarca, le quali mettono in scena una non partita che alla fine ha indispettito chiunque: i presenti allo stadio (esaurito) hanno fischiato a lungo, gli appassionati davanti al televisore avranno cambiato canale o mangiato patatine o bevuto birra per provare un po' di sollievo rispetto a uno spettacolo inesistente. Del resto il rischio era noto a tutti, fin dalla vigilia: Francia già qualificata, Danimarca cui sarebbe bastato un pareggio per staccare il biglietto verso gli ottavi di finale. Così in effetti è andata, pur se la vittoria del Perù contro l'Australia avrebbe potuto o dovuto convincere i danesi circa l'opportunità di giocarsi il primo posto nel girone. Invece, zero di zero. Nonostante alla vigilia Deschamps avesse ricordato a tutti che i suoi giocatori non avevano gradito le dichiarazioni del ct avversario di un mese fa («la Francia non è nulla di speciale, Pogba pensa solo a cambiare acconciatura»), il clima è stato soporifero dall'inizio alla fine. Nessuno ha voluto rischiare nulla, nessuno si è fatto male e tutti possono adesso rivolgere il proprio pensiero agli ottavi di finale, dove ovviamente il clima sarà diverso e bisognerà giocare per davvero. Certo, se Deschamps sperava in risposte serie da parte di chi ha preso il posto dei titolari, sarà rimasto deluso: sabato pomeriggio, insomma, torneranno quasi certamente in campo dal primo minuto i vari Lloris, Pavard, Umtiti, Pogba, Matuidi, Tolisso e Mbappé. Quanto alla Danimarca, non aveva fatto ricorso a un turnover massiccio semplicemente perché per lei il punto andava ottenuto a tutti i costi: gli uomini di Hareide hanno però fatto in fretta a recapitare agli avversari il messaggio per cui sarebbe stata cosa buona e giusta non stuzzicarsi troppo. Tradotto: tutti dietro la linea del pallone e rarissime incursioni in avanti, con Eriksen (di gran lunga il più talentuoso del gruppo, autore di 17 reti nelle 20 precedenti partite con la nazionale) che solo su punizione costringeva Mandanda a un intervento in due tempi.
Il bilancio del primo tempo era tutto qui, tra uno sbadiglio e l'altro. Né le cose sarebbero migliorate nella ripresa anche se poi Fekir, arrivato dalla panchina, provava a risvegliare dalla sonnolenza i compagni con un tiro finito a lato non di molto e un'altra conclusione trovata nello stretto: l'esterno del Lione aveva peraltro preso il posto di Griezmann, il Piccolo Diavolo apparso anche ieri lontano parente del giocatore ammirato nell'Atletico Madrid. Per nulla calato nel match, l'uomo che Messi avrebbe voluto come proprio partner d'attacco nel Barcellona si è infatti perso in giochini inutili e mai produttivi, spazientendo infine anche Deschamps.
Il quale sabato lo riproporrà comunque perché, se la Francia vorrà provare a fare strada, certo non potrà permettersi di rinunciare a uno dei suoi giocatori più pericolosi: la storia dei Mondiali è infatti piena di eroi arrivati strada facendo. Di sicuro, il tempo dei preliminari è ufficialmente terminato ieri pomeriggio.
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