Froome fa il vuoto e prenota il Tour Nibali va a fondo

L'italiano prende altri 4'25'': «Non ho più nulla da dare Non sono neanche il fratello minore del re di un anno fa»

La Pierre St.MartinLi spedisce uno per angolo, li frulla e li rende poltiglia con la velocità e l'efficacia di un «mulinex». Impressiona Chris Froome, ma impressionanti sono anche i suoi compagni di squadra, gli uomini in nero che al Giro sembravano delle mammolette in gita e qui dei superman incontenibili.

Tutto inizia e finisce ai 1600 metri di questo valico inedito al confine con la Spagna. Froome «frulla» tutti, dal primo all'ultimo, da Quintana a Contador, da Van Garderen fino al nostro Vincenzo Nibali, che deve dire addio al sogno di bis giallo, così come Contador potrebbe fare lo stesso con la doppietta Giro-Tour.

«Non sono nemmeno il fratello del Nibali dello scorso anno. Nemmeno il più lontano dei parenti», dice sconsolato il campione d'Italia. Il paradosso è che dopo una giornata nera, nella quale perde più di 4 minuti, addirittura guadagna tre posizioni in classifica generale e ora è decimo, ma a 6'57" dalla maglia gialla Froome.

La salita finale è di quelle che fanno male. Per dirla con i francesi è di hors categorie : 15,3 chilometri, la pendenza media del 7,4 per cento con punte al 10,8 nel secondo chilometro e poi un altro tratto particolarmente duro dal sesto al nono. Il britannico saluta la compagnia a poco più di 6 km dal traguardo: una bella «frullata» e via. Si scrolla di dosso tutti, anche l'ultimo dei pretendenti al successo finale: Nairo Quintana. Il colombiano, anche lui, non impressiona neanche un po' in salita. Sempre sulle sue, sempre passivo. Froome fa solo un'accelerazione, e il colombiano china il capo in segno di resa. Richie Porte, invece, non solo svolge alla grande il proprio ruolo di «ultimo uomo» per la maglia gialla, ma in rimonta porta anche via il secondo posto a Quintana. Per la cronaca sesto arriva anche Geraint Thomas: spettacolare.

Nibali è il primo dei grandi a staccarsi, quando all'arrivo mancano più di 10 km. Con il siciliano salgono regolari Rigoberto Uran e Joaquin Rodriguez: sono l'immagine della resa.

«È stata una giornata difficile, non riuscivo a tenere il passo dei migliori e non riuscivo a respirare correttamente - spiega Nibali -. Non riuscivo a trovare il giusto ritmo di pedalata, era come se non avessi forza nelle gambe, al punto che non riuscivo nemmeno a seguire i miei compagni di squadra».

È adesso? Oggi c'è il Tourmalet, ma non fatevi illusioni, la musica non cambierà. Nessuno va come Chris Froome, nessuno è veloce come questo sgangherato e inguardabile corridore kenyano naturalizzato britannico che nel suo palmares ha già un Tour e questo ce l'ha in pratica già nella cassetta di sicurezza. Vanno solo definiti i dettagli. I paggetti che questo «mulinex» del ciclismo si porterà sul podio di Parigi. Come Gianni Clerici resta basito davanti alla forza bruta di Serena Williams, che interpreta il tennis come se fosse wrestling, a noi tocca alzare le mani in segno di resa davanti ad un corridore che pedala sì forte, ma maltratta il ciclismo, e soprattutto la bicicletta.

Uno che vuol bene al ciclismo e al quale tutti vogliono bene è Ivan Basso. Ieri mattina è stato visitato dal professor Francesco Montorsi, primario del reparto di Urologia e Andrologia dell'ospedale San Raffaele di Milano.

L'intervento chirurgico per l'asportazione della piccola massa tumorale avverrà domattina «e solo in seguito verranno stabilite le terapie necessarie», ha fatto sapere il dottor Roberto Corsetti, medico di fiducia del corridore varesino. «Domani (oggi per chi legge, ndr) mi opero: sarà un bel giorno», ha detto il corridore, appena rimesso piede in Italia alla Malpensa. E tutta Italia è con lui.

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