Genoa, che spavento. Il posto Champions solo all'ultimo respiro

Perotti decide al 90'. Poi si scatena la festa. De Rossi: "Spalletti? Non so chi farà 87 punti..."

Genoa, che spavento. Il posto Champions solo all'ultimo respiro

Roma - Un pomeriggio di grandi emozioni e non solo per il giorno dell'addio del capitano. La Roma si prende il secondo posto all'ultimo respiro, grazie al gol di un giocatore il cui nome fa rima con Totti ma non è il numero dieci giallorosso. Diego Perotti calcia di sinistro, quasi a sfondare la porta, quel pallone che al 90' Dzeko gli serve con un assist di testa. Il suo primo gol su azione in stagione dopo sette rigori trasformati che cancellano in un fotogramma il periodo buio della sua carriera nel quale aveva perso il posto da titolare. Anche perchè, dicono i bene informati, era arrivato ai ferri corti con Spalletti. E in allenamento durante la settimana prima dell'ultimo match era venuto alle mani con il compagno di squadra Manolas. Perotti è anche un ex del Genoa, squadra arrivata in un Olimpico straboccante di pubblico intenzionata a non recitare il ruolo di vittima sacrificale. Ha rischiato di essere la guastafeste che avrebbe oscurato anche il Totti-day e fatto perdere soldi e prestigio (leggi accesso ai gironi di Champions) alla Roma.

Una gara drammatica, con una squadra forse distratta dal contorno che Francesco Totti meritava per il suo saluto. Allo stadio si respirava un'atmosfera particolare, un misto di ansia e dolore. Così in 98 minuti si vive un saliscendi di episodi, dal primo gol in A al debutto da titolare del baby Pellegri (16 anni compiuti a marzo, battuto l'altro «millennial» Kean) al grave infortunio di Emerson Palmieri (sospetta lesione al crociato) che toglierà al terzino la gioia dell'esordio con la maglia della Nazionale fino al gol scaccia fantasmi di Perotti. Nel mezzo la rete di Dzeko che vale il trono dei bomber - l'ultimo romanista a vincere la classifica cannonieri era stato Francesco Totti dieci anni fa -, quella di De Rossi che toglie la gioia della rete al capitano anticipandolo sull'assist del bosniaco e il gol da incubo da Lazovic che a dieci minuti dal termine stava per rovinare la giornata storica. Con una Roma poco dinamica che a lungo ha sperato in una giocata del suo capitano, inserito al 9' del secondo tempo, «un momento importante della gara», come aveva annunciato Spalletti.

E con la Champions in tasca (50 i milioni che pioveranno nelle casse di Trigoria), arriveranno comunque altri addii eccellenti oltre a quello di Totti. In primis proprio quello di Spalletti, che domani spiegherà i motivi del divorzio dalla Roma dopo aver battuto il record i punti (87, il precedente era di Garcia nel 2014, 85). Un divorzio mal digerito dal capitano del futuro prossimo della Roma, Daniele De Rossi: «Sinceramente ho sentito tanta gente felice perchè se ne va. L'augurio che faccio ai tifosi è che siano felici anche il 28 maggio del 2018 perchè chiunque arrivi è difficile che riesca a fare tutti questi punti...». Una bocciatura per Di Francesco, in arrivo sulla panchina giallorossa.

Ai saluti anche il portiere Szczesny, autore di un'ottima stagione, che tornerà all'Arsenal ma potrebbe accordarsi con il Napoli. E poi ci sarà una cessione eccellente entro il 30 giugno per fare il mercato visti i conti in rosso (uno tra Manolas, richiesto dallo United, e Rüdiger, in ballo tra Inter e Chelsea). Nainggolan e Strootman dovrebbero rimanere, salvo per il belga un'offerta monstre - almeno 45 milioni -, Perotti potrebbe essersi guadagnato la conferma.

E mentre tutti iniziano a preparare i fazzoletti per il discorso di Totti, De Rossi regala la sua ricetta per vincere lo scudetto: «Serve non smantellare la squadra e avere una guida tecnica brava come quella che avevamo quest'anno». Ma trovare un nuovo Totti non sarà facile...

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