Coronavirus

La Germania dà di gomito ma il pallone è di plastica con "abbracci" a distanza

Haaland "riapre" la Bundesliga tra contrasti molli, un paio di sputi e assembramenti in area

La Germania dà di gomito ma il pallone è di plastica con "abbracci" a distanza

Finalmente un po' di calcio, anzi di fussball. Non proprio roba vera, profumata, genuina, sincera ma, comunque, il gioco. Per chi, come noi, ha la pancia piena di decreti e autocertificazioni, di facce di bronzo e di farlocche conferenze stampa, è come avere ricevuto i biglietti omaggio per il luna park. Finalmente le partite, purtroppo senza l'urlo della folla, gli stadi vuoti sono immagine malinconica che lontanissima dalla festa di un gol, dalla passione, dal tifo di chi cerca, nel pallone, un morso di sole dopo il diluvio.

E poiché il football si porta appresso i segni del destino è toccato a un ragazzo di diciannove anni realizzare il primo gol al virus, il norvegese Erling Braut Haaland ha aperto il derby della Ruhr, quattro gol hanno coperto i ragazzi dello Shalke. Tolta la mascherina sono tornati, come previsto, gli insulti e così Todibo, francese ex Barcellona, ha reagito a una gomitata del biondo scandinavo, dicendogli, in francese, con il labiale evidente fai sesso con tua madre, traduzione edulcorata. Per la serie saremo migliori, fino al fischio di inizio. La Bundesliga ha comunque riportato il pallone al centro del campo. Panchinari, tecnici della tivvù, assistenti vari, sembravano manichini di contorno, gli attori in gioco hanno recitato una commedia strana, contatti, contrasti, un po' di Var, qualche autogol, proteste zero, un paio di sputi in diretta (sarà necessaria la prova tv?), poi hanno dato di gomito, nel senso buono, così celebrando i gol, aggiungendo balletti a distanza da protocollo. In verità, durante i calci d'angolo, molti gli assembramenti, in Italia avrebbero provocato l'arrivo delle forze dell'ordine con multe al seguito. L'atmosfera è stata da amichevole estiva, per l'archivio storico, le interviste a distanza, dalla tribuna in campo, la mascherina nascondeva parole e pensieri.

Premio Fidaty al debutto per Heiko Herrlich, allenatore dell'Augsburg che, nella sua vita, ha saputo vincere, vent'anni fa, il maligno, ma giovedì sera si è dimenticato un particolare, è uscito dall'hotel del ritiro per andare a comprare un dentifricio e una crema per il corpo, quando è arrivato alla cassa si è ricordato del protocollo, ha ammesso l'errore e si è autosospeso, isolandosi in quarantena mentre i suoi ragazzi hanno pure perso all'ultimo minuto con il Wolfsburg. Consigliabile, forse, un altro tipo di pomata.

Da copione infantile il fine partita del Dortmund, i calciatori sono andati sotto Die Gelbe Wand, il Muro Giallo della curva del Westfalen stadion, come se fosse affollata di tifosi e hanno esultato davanti ai fantasmi. Gli elicotteri della Polizei ha tenuto sotto controllo eventuali adunate di tifosi ma sono alla cronaca numerose manifestazioni di protesta, arresti e feriti, in tutta la Germania. Un sabato sghembo, una fiction di calcio, una recita forzata per ricominciare ma è pallone di plastica, non di cuoio. Non è questo il football che il popolo rivuole, il calcio con le mascherine e gli stadi chiusi è una pantomima che serve soltanto a riempire le casse dei club e ad allontanare i tifosi. Basta aspettare.

Tra poco, toccherà anche a noi.

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