Matteo Basile
Si fa presto ad etichettare un calciatore come «finito». Certo, quando si accetta di andare a giocare in Cina per guadagnare vagonate di milioni rinunciando a campionati sportivamente competitivi, si aiuta non poco questa nomea. Ma non vale per tutti. C'è anche chi si pente, chi vuole tornare a misurarsi con la fatica e gli stimoli della serie A, per dimostrare che no, non è finito. E anzi, può ancora fare la differenza. È il caso di Gervais Lombe Yao Kouassi, noto a tutti come Gervinho. Il giustiziere della Juventus con la sua doppietta, già 8 gol in questo campionato con la maglia del Parma. Ma non solo quello. Gervinho è anche tanto altro.
Il suo impatto sulla serie A è stato devastante, al di sopra di ogni aspettativa. Arrivato mezzo infortunato e, appunto, con l'etichetta di «finito» si è scrollato di dosso voci e dicerie grazie ad una professionalità incredibile unita alle sue sgroppate che lo rendono imprendibile palla al piede. Ma per ritornare così ci ha messo tanto del suo. Allenamenti duri, tanto lavoro, la voglia di emergere. Il tutto unito ad un rapporto speciale con l'allenatore D'Aversa e con la città di Parma che lo ha adottato e in cui lui ha trovato la serenità che cercava. Perché Gervinho è un personaggio particolare. Serissimo sul lavoro, maniacale nella cura del proprio corpo, non si concede distrazioni extra calcistiche. Vive in una villa fuori città dove si ritira subito dopo gli allenamenti concedendosi soltanto qualche passeggiata in centro di tanto in tanto. È molto legato alla sua Costa d'Avorio dove è famosissimo e rispettato, anche per le sue tante iniziative di beneficenza, soprattutto per i bambini, che non ama pubblicizzare, a meno che non si tratti di tornei come quello organizzato durante le vacanze di Natale. Eppure è un esuberante, ama la moda anche quella che ai comuni mortali sembra un po' estrema, ama scherzare ed è uno dei leader silenziosi della squadra insieme a Bruno Alves. Più che a parole ha conquistato il gruppo con l'esempio, il lavoro sul campo e l'abnegazione quotidiana.
Adesso è diventato la spauracchio di tutte le difese italiane.
Dopo aver punito la Juventus, l'Inter in crisi teme uno scherzetto dal numero 27 con le treccine al vento e lo scatto imprendibile. Un affare per il Parma che lo ha acquistato a costo zero. Un bomber ritrovato. Alla faccia di chi lo aveva bollato come «finito».
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