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Donnarumma, la meglio gioventù diventa grande

Il portiere del Milan festeggia. Per il suo agente è un Modigliani, per i colleghi un Predator e a sedici mesi dall'esordio ricomincia dal Sassuolo. Nell'anno che deciderà tutto

Donnarumma, la meglio gioventù diventa grande

Sarà perchè sembra grande e invece è piccolo o perchè sembra un bambino e invece è un gigante, ma a Gigio vogliono bene tutti.Dai capitani di Spagna ai re delle panchine, dal Buffon del dopoguerra al Buffon del terzo Millennio, dagli interisti cresciuti nel Milan ai milanisti passati all'Inter. «Pensare che a me dicevano longo, cioè lungo perchè arrivavo quasi ai due metri. Ma lui è veramente stralongo...» ride Fabio Cudicini. Stralongo e con quel naso triste da italiano allegro, Gigio fa parte di una generazione invisibile e gentile, che non fa rumore, un ragazzo del '99, che è il numero che ha sulla maglia, uscito in anticipo anche sul nuovo millennio, nato un anno prima del «nulla sarà come prima» e ora il meglio che il futuro può regalarci. Dicono che quando smetterà, se smetterà all'età che ha adesso Gigi Buffon, i robot saranno dappertutto, faranno gli interventi chirurgici, cosa che del resto hanno appena cominciato a fare, le auto si guideranno da sole, gli abiti non si consumeranno più e si adatteranno all'ambiente, caldi d'inverno e freschi d'estate.

Dicono che la scienza, quando lui sarà Buffon, avrà creato l'intelligenza artificiale e che a giocare a pallone saranno calciatori senza età, indistruttibili, privi di qualsiasi emozione, dentro uno stadio che fluttua nell'aria, con i tifosi sul divano trasformati in ologrammi e quindi seduti contemporaneamente sulle tribune. L'Asia sarà l'ombelico del mondo e magari sarà quello cinese il campionato più bello del pianeta. Ha una vita davanti Donnarumma il Grande, ma anche anni che volano via come secoli. I suoi diciotto anni, oggi 25 febbraio, certificano una maturità conquistata da tempo. A Rivera dicevano che era nato vecchio, invece era soltanto eterno.

Sarà un compleanno silenzioso quello di Gigio, niente interviste, niente parole, niente di niente, al massimo un brindisi a Milanello, perchè il ragazzo va difeso dalla troppa luce come il tesoro dei Templari, ma anche perchè domani c'è il Sassuolo, la squadra con cui tutto è cominciato: aveva 16 anni, 6 mesi e 25 giorni, quasi sessanta partite fa. Da oggi maggiorenne potrà fare la patente, firmarsi le giustificazioni da solo, votare se lo vorrà, ma le priorità al momento sono altre, il closing cinese del Milan che dirà molto, sull'anno che verrà, i 4 milioni e mezzo netti a stagione che, dicono, il suo procuratore ha chiesto per aggiornare il valore del ragazzo, il contratto rossonero scade tra quasi sedici mesi ed è già tempo di non perdere tempo. E lui è una delle poche certezze in un mondo che ha ormai poche verità.

É una linea di frontiera in tutto Gigi: sarà forse il primo grande portiere italiano ad andare all'estero non per cercare fortuna, ma per portarla. Mino Raiola lo ha definito un Modigliani, un capolavoro italiano, ma è anche vero che Modigliani l'artista, il diavolo a volte sta nei dettagli, era nato qui ma non viveva in Italia. C'era un tempo, tutto il tempo prima di oggi, in cui se avevi la fortuna di trovare il campione nel cortile di casa rifacevi le fondamenta e ricostruivi tutto. Adesso tutto può essere: se sei un numero uno non meriti meno del meglio e il meglio non è più qui come una volta. Saranno i suoi sogni a pagare anche quelli degli altri.

ll portiere non è uno degli undici, è qualcosa di diverso, è uno per tutti e insieme uno contro tutti. Ma per i fratelli maggiori Gigio è una specie di Predator: esce dalla porta, dice Carmignani, quando ormai nessuno lo fa più. Ha l'agilità di un normotipo nonostante sia un gigante, aggiunge Ielpo. Deve ancora completare lo sviluppo, spiega Magni, per cui aspettatevi ancora molto. Ha la spavalderia della giovinezza per Toldo e la maturità del veterano per Galli. E se ha il controllo dello spazio e il tempo dalla sua, la vera conquista sarà esserne padroni. Il Piccolo principe con gli anni dovrà imparare a diffidare dei facili consensi e dei facili entusiasmi. L'importante è riuscire ad essere un uomo ogni giorno.

E non solo un dio ogni domenica.

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