di Elia Pagnoni
D icono che alla fine ci guadagneranno tutti. Gigio Donnarumma perché, nonostante abbia sacrificato l'esame di maturità all'evoluzione di questa estenuante trattativa, si porterà a casa uno stipendio da 6 milioni netti l'anno. Mino Raiola perché, al di là delle prese di posizione, dei bastoni messi fra le ruote, degli insulti raccolti dai tifosi, sfrutterà comunque la sponda del Real e del Psg per far guadagnare al proprio assistito gli stramassimi. Il Milan perchè, facendo finta di tenere la linea dura e contemporaneamente cedendo alle richieste del procuratore (con l'ingaggio di Donnarumma senior, il portiere di riserva più pagato dell'universo...), ha fatto i giusti calcoli economici, blindando l'eventuale uscita futura di Gigio con due clausole notevoli ed evitando di perderlo a basso prezzo se non addirittura a parametro zero. Forse ci guadagneranno persino i tifosi che, pur dovendo dimenticare venti giorni di sangue amaro, potranno tornare a godere delle parate del baby prodigio, sperando di poter continuare a tifare per lui per tanti anni.
A fronte di tanti vincitori, però, c'è anche uno sconfitto. Che è il calcio moderno, che ha bruciato in così poco tempo quella che sembrava la più bella favola del pallone del Duemila. Perchè per Gigio adesso cambierà tutto: non sarà più il portierino appena maggiorenne a cui si può perdonare tutto, compresa qualche papera di troppo. Da domani, ammesso che Raiola glielo conceda, sarà mister 6 milioni con tutto il peso che comporterà.
Donnarumma è come quei soldatini della Prima guerra mondiale, i ragazzi del '99 (guarda caso proprio come Gigio cent'anni dopo) che si ritrovarono derubati della loro gioventù e proiettati nella tragedia planetaria. Per il portiere non si tratta di andare alla guerra, per carità, ma anche per lui l'età del gioco è finita. Adesso salvate il soldato Donnarumma. Magari anche da Raiola.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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