Giro da grande ammucchiata Quintana rosa, ma sogno per 4

Giornata nera per Dumoulin, il colombiano ne approfitta. Ma a meno di un minuto ci sono anche Nibali e Pinot

Giro da grande ammucchiata Quintana rosa, ma sogno per 4

Piancavallo - Più che da Mauro Vegni sembra un Giro disegnato da Dario Argento. Un po' perché i volti dei protagonisti sono spiritati come quello del noto regista, maestro dell'horror. Un po' perché il Giro Cento, non poteva avere conclusione più incerta e indecifrabile. Un thriller che va visto fino alla fine, per capire come va a finire.

Quattro uomini in meno di un minuto, sei in novanta secondi: è un finale con i fiocchi. Dove tutti i migliori sono lì. Dove sono tutti racchiusi in una manciata di secondi, con l'ultima tappa quella di oggi con il Monte Grappa a decidere se la crono di domani sarà pura formalità, o il vero ago della bilancia.

Siamo ormai ai titoli di coda, ma non abbiamo ancora il titolo. Restano due tappe, e che tappe: oggi ancora montagna, col Grappa prima di salire ad Asiago, domani i trenta chilometri a cronometro da Monza a Milano. Dalle facce viste ieri all'arrivo a Piancavallo (vittoria di Mikel Landa, davanti a Rui Costa e Rolland, ndr) regna non l'incertezza, ma la stanchezza più profonda.

Arriviamo alla resa dei conti, con i conti che però non tornano ancora. La maglia rosa è passata dalle spalle dell'olandese volante Tom Dumoulin, al colombiano più indurmenta della storia: Nairo Quintana. È il premio alla prima giornata andata di traverso a Dumoulin. E in quanto a dormienti, anche l'olandese non scherza. A 120 km dal traguardo, lungo la discesa di Sappada, mentre tutta la sua squadra (Sunweb, ndr) è in testa a fare l'andatura, lui è come un turista in fondo al gruppo. Il risultato? Che i Movistar di Quintana attaccano in discesa, il gruppo si spezza in due tronconi, e il bel addormentato nel gruppo, si trova ad inseguire senza un compagno di squadra. Pur battuto, l'olandese, in ogni caso è ancora lì, davanti a un affaticato Nibali e a un Pinot frizzante come il suo cognome: sono i tre che se la vedono più da vicino col colombiano.

Poi, sulla salita dove Pantani quasi vent'anni fa cambiò il corso del suo Giro, Quintana si riveste di rosa giocando di rimessa. Non infierisce quando vede Dumoulin perdere colpi, non replica quando Pinot, ancora lui, si lancia all'attacco del podio di Milano. Si limita ad inseguire solo e soltanto il nostro Nibali. «Felice di aver la maglia, ora proveremo a guadagnare ancora. La cronometro sarà decisiva», le parole del colombiano.

Quintana tira un lungo sospiro di sollievo, mentre Nibali mastica amaro.

Si difende il siciliano, con i denti, con la testa, con il cuore, ma sono le gambe a non sembrare leggere e reattive come quelle di Bormio. «Devo inventarmi qualcosa prima della crono: le forze, però, sono quelle», spiega Vincenzo, con la faccia di chi ha già in mente qualcosa.

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