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Il Giro è preso in giro. Così il Tour de France spoglia la nostra corsa

Come anticipato dal Giornale il calendario ufficiale costruito per non dare fastidio alla Grande Boucle. Che avrà i big

Il Giro è preso in giro. Così il Tour de France spoglia la nostra corsa

Dopo essere stato tra i primi a decretare lo stop e a far slittare di fatto tutte le più importanti corse del pianeta, il ciclismo prova a riorganizzarsi e a rimettersi in moto, varando una vera e propria bozza di calendario. Per i corridori è importante: finalmente hanno date e obiettivi sui quali lavorare, dopo mesi a mulinare sui rulli tra le quattro mura di casa. Idem per le loro squadre. Per il resto è una stagione condensata in tre mesi, tutto stipato, concentrato e ammassato alla bell'e meglio, anche se quello messo meglio, neanche a dirlo, è il Tour e tutte le corse targate Aso.

Le Strade Bianche e la Sanremo ad agosto (1 e 8) apriranno questa strana stagione agonistica. Dal 29 al 20 di settembre il Tour de France, da qui in poi è puro delirio. La Tirreno-Adriatico in pieno Tour (7-14); il Giro ad ottobre, dal 3 al 25. In concomitanza della corsa rosa le classiche più classiche come la Liegi (4 ottobre); Amstel (10); Gand-Wevelgem (11); Giro delle Fiandre (18); Parigi-Roubaix (25); il Lombardia (31).

Durante il Giro, per rendere tutto più semplice e godibile la Vuelta, sempre organizzata da quelli del Tour (Aso): dal 20 ottobre all'8 di novembre. Insomma la coperta è corta o se volete il box è pieno, come quando si è costretti a svuotare un'intero appartamento per poi piazzare come si può tutto in dieci metri quadrati. Il vero problema, però, è che a questo punto tutti vorranno correre la Grande Boucle e per il nostro povero Giro non sarà facile avere al via qualche big di riferimento e peso. Nibali e Sagan, due delle stelle che avevano dato prima della pandemia la loro priorità alla corsa rosa, adesso è probabile che pensino alla Francia, come tutti, per volere di sponsor e di team di appartenenza che hanno come centralità solo la corsa francese.

«Stiamo vivendo un'emergenza e questa stagione va valutata per quello che è, sempre che possa essere corsa ci spiega Luca Guercilena, milanese, team manager dell'americana Trek Segafredo, la formazione che annovera tra gli altri i nostri Vincenzo Nibali e Giulio Ciccone -. È chiaro che per i team è fondamentale correre il Tour. Questa è la corsa più importante di tutte, quella che a livello mediatico più dà in ritorno di immagine, il resto, non voglio apparire sgradevole ma è contorno».

Non è facile, tantomeno semplice, ma è chiaro che i dirigenti della corsa rosa, nella figura di Paolo Bellino, abbiano dovuto subire senza proferire verbo. A livello politico non c'è stata partita, sempre che queste corse possano poi alla fine andare regolarmente in scena. Ma allo stato delle cose è sotto gli occhi di tutti che la parte del leone l'abbiano ancora una volta fatta quelli del Tour.

«Secondo me non è il caso di stare lì tanto a sottilizzare spiega Davide Cassani, ct e coordinatore delle squadre azzurre -. L'importante è tornare a correre. Quello che di positivo c'è è che finalmente c'è una bozza di calendario e i ragazzi possono finalmente tornare a programmare una stagione con obiettivi e date. È vero, ci sono tante sovrapposizioni, il nostro Giro ha molte concomitanze, ma è altrettanto vero che questa è una stagione così, molto particolare e complicata. Mai come adesso, però, c'è da vedere il bicchiere mezzo pieno». Un fatto però resta chiaro: la pandemia ha messo a soqquadro tutto il mondo e, in ambito ciclistico, ha spostando decisamente gli equilibri Oltralpe.

Quelli del Tour sempre più forti, quelli del Giro, presi in giro.

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