Il giudice "guarda" la F1, Bernie a processo tra i Gp

Il tribunale ha fissato le udienze fra le corse. Così il boss delle corse non li perderà

Il giudice "guarda" la F1, Bernie a processo tra i Gp

Oggi è il suo giorno. Ed è il primo di molti giorni scaglionati da qui al 16 settembre. Giorni importanti per lui ma anche per tutti gli attori della F1. Dagli Alonso e gli Hamilton ai Montezemolo e i Lauda, dalle Ferrari alle Mercedes perché il loro sport poggia sulle fondamenta costruite dall'83enne manager inglese. Oggi il supremo delle corse, così viene definito Oltre Manica Bernie Ecclestone, entrerà in un'aula del tribunale di Monaco per difendersi dalla pesante accusa di corruzione e istigazione alla frode. In questa interminabile vigilia lunga mesi ha detto poco, che «nella vita le cose succedono e bisogna andare avanti...», che «io vado a questo processo per provare la mia innocenza», che «non sono colpevole... che tutti i legali inglesi dicono che questo rinvio a giudizio non ci sarebbe mai dovuto essere e anche i legali tedeschi dicono la stessa cosa, che non c'è nessun caso...».

Tutto ha origine nel 2005, quando la banca statale tedesca Bayerische Landesbank cede al fondo di investimenti CVC il 47,2% delle azioni del business F1 di cui era entrata in possesso in seguito al fallimento del precedente proprietario dei diritti, il Gruppo tedesco Kirch. Il fondo, in seguito all'acquisto, ottiene la maggioranza del giocattolo a 300 all'ora (che controlla attualmente tramite la holding Delta Topco). Secondo l'accusa, imperniata sulle rivelazioni dell'alto funzionario dell'istituto che curò la cessione, Gerhard Gribkowsky, già condannato ad 8 anni per corruzione, evasione fiscale e malversazione, Ecclestone avrebbe versato al banchiere 34 milioni di euro (10 direttamente e la differenza tramite la holding di famiglia “Bambino”) per fare in modo che la vendita a CVC andasse in porto visto che - sottolineano gli inquirenti - proprio dal fondo aveva ottenuto l'assicurazione di continuare a gestire l'intera F1. Il manager inglese ha ammesso di aver dato questi soldi a Gribkowsky (depositati su conti in paradisi fiscali), ma ha sempre negato che la transazione fosse frutto di una corruzione. «Sono stato ricattato» ha invece sempre sostenuto, in quanto l'ex funzionario l'avrebbe minacciato di rivelare al fisco inglese le sue operazioni finanziarie. Questa la tesi difensiva che, da stamane, i suoi legali esporranno in aula alla corte e al giudice Peter Noll.

In caso di condanna, Ecclestone rischia fino a dieci anni di carcere. Vista l'età, difficile pensarlo in galera. Ma la traumatica estromissione dalla sua creatura, la F1, giocattolo prezioso che cura da 40 anni e che l'ha reso ricco distribuendo ricchezza a piloti e squadre, sarebbe per lui peggio della prigione. La riprova nell'annuncio dato in gennaio delle dimissioni da ad della Delta Topco, ma con gestione del business comunque rimasta sempre salda nelle sue mani salvo approvazione del board ovviamente sempre arrivata. Un passo più formale che pratico fatto per tutelare Circus e azionisti nei mesi del processo e in caso di condanna. Non a caso, da quel giorno ad oggi, Ecclestone non ha mai mancato di mostrare il proprio potere e di criticare la deriva presa dal suo giocattolo diventato, per via delle nuove regole, meno rumoroso e a suo giudizio meno spettacolare.

La verità è che qualsiasi sia la sentenza, il supremo delle corse continuerà a contare. Perché a 83 anni la successione era ed è ormai nelle cose, per cui la sta da tempo pianificando e di nomi ne spuntano ogni mese: dal giovane e stimato boss Red Bull Chris Horner, all'amico Flavio Briatore, a top manager di multinazionali. Anche in caso di condanna, chi prenderà le redini del Circus sarà, se non una sua emanazione, una persona a lui molto ma molto gradita. Lo pretende Bernie e in fondo lo vogliono gli attori del Circus. Tutti ricchi e felici grazie a lui. Esagerazioni? Macché.

Stiamo parlando di un signore inglese che è riuscito a convincere una corte penale tedesca a pianificare le udienze secondo il calendario della F1, fissandone la maggior parte di martedì e mercoledì così che non dovesse saltare i Gran premi. Anche se quello più importante per lui scatta oggi. E farà tanto rumore. Come piace a lui.

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