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Griezmann, l'uomo delle finali perse

Il rigore sbagliato in Champions, i gol falliti davanti a Rui Patricio

Griezmann, l'uomo delle finali perse

Il risveglio ha fatto ancora più male. Non era un incubo, non uno di quelli da cui ti puoi svegliare, scoprendo che in verità non è successo niente. La Francia dopo una lunga notte di lacrime e pensieri si è svegliata con in bocca lo stesso gusto amaro della sconfitta, resa ancora più atroce dall'attesa e dall'euforia che avevano scandito l'avvicinamento all'atto finale dell'Europeo casalingo. A peggiorare le cose, gli obblighi di un calendario fitto, già riempito con gli impegni ufficiali che nella testa di tutti avrebbero dovuto riempire una giornata di festa. Invece è con l'abito elegante, ma la testa piena di rimpianti che ieri mattina i Bleus si sono presentati all'Eliseo per pranzare insieme al presidente Hollande. «Le sue parole ci hanno toccato, ci hanno riscaldato il cuore ha spiegato Olivier Giroud - Siamo un gruppo fantastico, una bella generazione. Adesso, vogliamo solo dare appuntamento ai francesi per il prossimo mondiale, nel 2018».

L'ultimo a uscire dall'Eliseo è stato il capitano, Hugo Lloris, personaggio sempre posato e mai fuori dagli schemi che ieri mattina è stato uno dei più celebrati dall'affetto social dei tifosi francesi che hanno mantenuto in cima alle tendenze twitter per varie ore l'hashtag Merci Lloris.«È stato un privilegio essere ricevuti qui ha detto commosso - ma non toglie la tristezza per la finale anche se possiamo essere fieri del nostro percorso». Che quella di ieri sarebbe stata una giornata lunga, e non di festa, si era capito già domenica notte, nel ventre di Saint Denis, mentre i giocatori della nazionale francese transitavano uno a uno nella zona mista, schivando, chi più e chi meno, le domande dei giornalisti. Silenzi che dicevano tutto, forse anche più delle parole di chi doveva ripetere le stesse frasi per adempiere agli obblighi televisivi. Deschamps ha trattenuto a stento emozione e frustrazione, confermando comunque la sua intenzione di andare avanti fino al mondiale 2018: «Chi vince, ha sempre un merito. Non si arriva in finale per caso, forse non hanno vinto tante partite, ma la più importante sì. Forse il Portogallo ha avuto in passato generazioni più talentuose, ma loro non avevano vinto. Questa sì». Questa è quella in cui leader è Cristiano Ronaldo, uscito in lacrime dal campo dopo uno scontro di gioco con Payet e tornato in panchina per restare al fianco dei compagni e del ct Fernando Santos nei momenti decisivi.

Un ko che pesa di più sulle spalle del povero Griezmann, stella promessa della finale che si è dovuto inchinare ancora una volta a Cristiano Ronaldo, un mese e mezzo dopo quel 28 maggio in cui Atletico e Real Madrid si erano affrontate in finale di Champions: «È frustrante, ma abbiamo dato tutto. Non abbiamo rimpianti, siamo stati sfortunati e loro hanno avuto un grande portiere. Bisogna fare tesoro di questa esperienze e guardare avanti. Il Pallone d'oro? Sarà per Ronaldo, ha vinto tutto quest'anno».

Alla Francia, invece, restano solo i rimpianti.

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