È guerra Pallotta-Unicredit per lo sbarco cinese a Roma

È guerra Pallotta-Unicredit per lo sbarco cinese a Roma

Una notte da seconda in classifica, sensazione mai provata dalla truppa di Garcia in quest'inizio di stagione da applausi. «Ma dopo il Cagliari saremo primi», il messaggio del condottiero di Nemours alla Juve. In realtà il successo sui sardi è importante, più che per il controsorpasso ai bianconeri, per tenere il terzo posto a 7 punti di distanza.
Ma in casa Roma scoppia la guerra fredda tra il presidente James Pallotta e Unicredit. I due soci sono giunti ai ferri corti dopo il disvelamento dell'interesse del colosso cinese «Hna Group» all'acquisizione di una quota del capitale del club giallorosso (si parlerebbe di 30 milioni di euro per entrare nella controllante Neep e di altri 25-30 in un aumento di capitale riservato per salire al 35 per cento delle azioni, con un accordo preliminare imminente, ndr).
A Boston non sta piacendo affatto il modo in cui l'istituto di credito sta portando avanti la trattativa col gruppo industriale del patron Chen Feng. E così Pallotta ha deciso di mettere le cose in chiaro con un comunicato dai toni poco distensivi. Un vero e proprio schiaffo al partner da cui si sente tradito.
«Contrariamente a quanto riportato ultimamente, non ci sono stati negoziati tra noi e potenziali investitori cinesi», le parole del businessman Usa per sgombrare il campo da ogni fraintendimento: nessun incontro a New York e nessun contatto telefonico. Il gruppo di Chen Feng, con interessi nelle compagnie aeree, turismo, immobili e finanza, sarebbe quindi in contatto al momento solo con Unicredit. E proprio la banca è accusata apertamente da Pallotta di distorcere la realtà dei fatti. «Restiamo sgomenti per la sciocca e imbarazzante diffusione da parte di Unicredit di false informazioni nei media», l'affondo del numero uno giallorosso che ritiene un simile comportamento «vergognoso» e che «fa male a me, alla squadra e ai tifosi».
In pratica Pallotta non ha gradito di non essere stato coinvolto nella fase embrionale della trattativa e sembra sottintendere come le uniche informazioni in merito le abbia ricevute dai giornali. Da parte sua Unicredit ha confermato tale trattativa e, pur non commentando le parole del patron Usa, sottolinea come il comunicato del 21 novembre nasceva dalla richiesta della Consob.
È evidente che si sta profilando un riposizionamento delle parti tramite un confronto serrato.

Pallotta vorrebbe un nuovo azionista di minoranza (la dismissione dell'asset Roma da parte di Unicredit era già previsto entro il 2014), ma che non sia troppo ingombrante sia dal punto di vista mediatico che da quello delle quote di capitale e che non eroda il suo potere decisionale. L'istituto di credito, a sua volta, cerca di mettere pressione al socio Usa che potrebbe però ricorrere al suo diritto di opzione sul club. Di certo, presto ci sarà una rivoluzione nelle quote di controllo della Roma.

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