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Guerra politica, diplomatica e di tifo. Inghilterra-Germania non è solo calcio

Una sfida tra prese in giro e ostilità che vanno avanti da decenni Rivalità riaccesa dall'asse Merkel-Draghi sulla finale di Londra

Guerra politica, diplomatica e di tifo. Inghilterra-Germania non è solo calcio

Germania-Inghilterra, cari nemici. Di fronte per l'ottava volta in una fase finale di Europei o Mondiali, e solo due volte la partita non è stata decisiva: accadde a Spagna '82, nello 0-0 di apertura del gironcino a tre che qualificò i tedeschi alla semifinale, e nella prima fase di Euro 2000, 1-0 inglese ma entrambe eliminate. Negli altri casi, dentro o fuori, è andata avanti la Germania: ai Mondiali, negli ottavi del 2010, nei quarti del 1970 e nelle semifinali del 1990, agli Europei nelle semifinali del 1996. Ai rigori, negli ultimi due casi, provocando negli inglesi una sorta di psicosi sintetizzata da Gary Lineker, che nel 1990 il suo rigore l'aveva segnato, nella celebre e un po' superficiale frase «il calcio è semplice, 22 giocatori rincorrono un pallone e alla fine vincono i tedeschi».

Naturalmente, l'unica volta in cui le due si sono affrontate in finale ha vinto l'Inghilterra, nel 1966, 4-2 ai supplementari, grazie anche al gol di Geoff Hurst che con la tecnologia moderna quasi certamente sarebbe stato annullato, perché il pallone non parve attraversare completamente la linea di porta. Anche se negli ottavi dei mondiali del 2010 fu poi l'Inghilterra a subire un'ingiustizia, con il 2-2 di Lampard non concesso nonostante un chiaro rimbalzo della palla oltre la linea e il successivo 4-1 finale per i tedeschi. Ma i dettagli contano meno del clima generale, bizzarro: per molti inglesi, infatti, ogni partita con la Germania è sempre stata una sorta di prolungamento della Seconda Guerra Mondiale e libri interi, ad esempio The Ingerland Factor (Ingerland è la pronuncia di England nei cori, per ragioni di metrica), sono stati scritti per descrivere queste dinamiche di tifo, anche se queste analisi spesso non comprendono che gli sfottò sono esercizio retorico e non rivelano un vero odio tra tifoserie, se si eccettuano manipoli di imbecilli che saltuariamente vanno oltre i limiti. Quando l'Inghilterra batté la Spagna nei quarti di Euro 1996, ad esempio, un quotidiano fece riferimento al marinaio (Seaman, cognome del portiere) che aveva sconfitto l'Armada iberica, riecheggiando la vittoria del 1588 che diede gloria al regno di Elisabetta I. Quanto alla Seconda Guerra Mondiale, apriti cielo: già alla vigilia della finale del 1966 un editorialista aveva scritto «se per caso domani i tedeschi ci battessero nello sport che abbiamo inventato ci consoleremo pensando che noi li abbiamo sconfitti in quello che hanno inventato loro», cioè la guerra. Per Euro 1996 ci furono fotomontaggi di giocatori inglesi con elmetto e persino i quotidiani cosiddetti progressisti, sempre pronti (anche là) a dare lezioncine di morale, incapparono in gaffe come lo scrivere che la nazionale era guidata da «uno Shearer invece di uno Sherman», il celebre carro armato.

Ora la Uefa ha ammonito l'Inghilterra, per Ten German Bombers sentito già nelle partite precedenti: si tratta del canto sull'abbattimento di 10 bombardieri tedeschi da parte dell'aeronautica britannica. E se si sperava che il clima non venisse esasperato, ecco la Cancelliera Angela Merkel appoggiare la richiesta di Mario Draghi di togliere la finale a Wembley per timore di contagi tra i circa 60.000 che saranno autorizzati ad assistervi. Le è andata male, per ora.

Chi vince, se la vedrà con la vincente di Svezia-Ucraina, in campo alle 21.

Che significa strada spianata verso la semifinale.

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