Coronavirus

Habemus serie A. In campo il 20 giugno. Ma arbitra il virus

Resta il nodo quarantena. E in caso di stop... Spadafora: "Playoff o classifica cristallizzata"

Habemus serie A. In campo il 20 giugno. Ma arbitra il virus

Habemus data. È sabato 13 giugno il giorno della rinascita del calcio italiano, con precedenza alla coppa Italia e alla diretta Rai. Da quella sera in poi, si potrà scandire tutto il calendario che oggi a Milano l'assemblea delle società di serie A dovrà ratificare, con i fari puntati su domenica 20 giugno per il ritorno del campionato (con la ventisettesima giornata, mentre i recuperi verrebbero disputati il mercoledì successivo). Dopo settimane consumate tra posizioni infingarde, polemiche strumentali e divisioni nello stesso sport italiano, è arrivata finalmente la decisione del governo. Annunciata ieri sera in diretta tv dal ministro Vincenzo Spadafora, proprio lui che aveva remato contro con quella frase («il sentiero è sempre più stretto»), trasformato in una sorta di assist nei confronti dei presidenti che puntavano al «finiamola qui». Proprio nei confronti di questo schieramento, intervenendo a un dibattito con l'università di Bologna dov'era collegato insieme con Fabio Cannavaro, Gabriele Gravina (che in serata commenterà il via libera, «un successo e un segnale di speranza per il Paese...») ha pronunciato una durissima stroncatura. Ha detto testualmente: «È stata una parentesi di grande tristezza, e lo farò presente, constatare che nel mondo del calcio, alcuni facciano di tutto per non giocare convinti che così non pagherebbero i propri tesserati». Dopo 80 giorni in cui ha dovuto navigare in acque tempestose e ripararsi dal fuoco amico, è stato uno sfogo inevitabile.

La giornata di sole del calcio italiano è cominciata di primo mattino con la notizia proveniente da Bologna: il secondo tampone effettuato sul componente lo staff tecnico di Mihajlovic ha documentato la negatività cancellando l'allarme suscitato 24 ore prima e mettendo alla berlina gli autori del funerale anticipato fatto al campionato. Più tardi il famoso comitato tecnico scientifico ha approvato il protocollo proposto dalla federcalcio mantenendo, come ha spiegato Spadafora, «la quarantena fiduciaria» nel caso di un positivo. Sul tema è tornato, con un appello, il prof. Castellacci, medico della Nazionale di Lippi a Berlino, il quale ha chiesto di ridurre da 14 a 7 i giorni di isolamento collettivo. L'auspicio dei club di serie A è che con la curva sempre più in basso, si possano attuare linee guida meno severe. Il ministro ha provato poi a riappacificarsi con il calcio, presentandosi dinanzi alle telecamere dopo il vertice operativo con il premier Conte, per dare l'annuncio e segnalare che dallo stesso Gravina è stata confermata la presenza di «un piano b, i playoff, e un piano C, la classifica cristallizzata» in caso di ulteriore sospensione per recrudescenza del contagio.

Spadafora ha provato infine a vincere la battaglia della diretta gol da trasmettere in chiaro. «Il colloquio con Sky ha avuto un segnale positivo, nei limiti del possibile qualcosa si farà» il suo annuncio.

Difficile e complicato che possa accadere con i due macigni sistemati sulla strada: la legge Melandri da un lato e la guerra di carte bollate avviata dai club di serie A con la pay-tv che non ha onorato il pagamento dell'ultima rata da 130 milioni e ha addirittura chiesto uno sconto sul prossimo contratto tra 100 e 160 milioni.

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