Calcio

Henderson contro Vlahovic, altra sentenza per la Signora

Il giocatore scozzese Liam Henderson: "Ehi, 80 milioni...". Sintesi di una squadra fatta male. Crepe nello spogliatoio e dissidi in società: Allegri futuro da scrivere

Henderson contro Vlahovic, altra sentenza per la Signora

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In Nba si definisce trash talking'. In pratica, provocare un avversario vantandosi delle proprie qualità o insultandolo più o meno direttamente. A dirla tutta, il primo a istituzionalizzare' la provocazione in ambito sportivo era stato niente meno che l'immenso Muhammad Ali: il ring era il suo regno e, (non solo) sul quadrato, lui si sentiva legittimato a dire tutto e il contrario di tutto mandando spesso in tilt gli avversari ancor prima di combattere. Pian piano la pratica si è poi diffusa in quasi tutti gli sport e figuriamoci se il calcio poteva rimanerne esente: Ibrahimovic non si è mai tirato indietro, per esempio, dall'alto di un ego spropositato che certo gli ha permesso di dominare partite su partite.

Due sere fa a Empoli il trash talking lo ha praticato invece Liam Henderson, certo non un campionissimo ma un onesto mestierante del pallone: 27 anni, scozzese, centrocampista alla sua quarta squadra in Italia dopo avere vestito le maglie di Bari, Verona e Lecce. Arrivato dalla panchina, il buon Liam si è così appiccicato a Vlahovic che certo non ha gradito il poco affettuoso abbraccio. Una parola qua e una là, la Juve sotto nel punteggio contro il piccolo Empoli già salvo. E la provocazione-sfottò dietro l'angolo, dal primo al secondo: «Oh, ottanta milioni!». Come dire, «ti hanno pagato tutti quei soldi e fai queste figure?».

Serbo colpito e affondato? Forse sì o forse no: la scenetta ha poi comunque fatto il giro di tv e social assortiti, rendendo ancora più amara la serata della Juventus. Scesa in campo con la testa altrove, battuta e anche derisa, con almeno mezza squadra che non segue più l'allenatore e che non vede l'ora di andare in vacanza. E lo stesso Allegri non sarebbe così saldo sulla panchina per la prossima stagione: crepe nello spogliatoio, dissidi in società e l'identità mai trovata a una squadra tra 100 e passa formazioni schierate e un gioco latitante. Al netto di una squadra costruita male.

La verità dell'ironia scozzese.

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