nostro inviato a Napoli
Nel nome di Diego, nel segno del Pipita e di Lorenzinho. Il San Paolo ubriaco di gioia celebra il Napoli, il suo centravanti e il talentino di casa Insigne (in rete al debutto in Champions, roba da campioni) in una notte da fuochi d'artificio in cui la squadra di Benitez (mai sconfitto ad ogni esordio stagionale nella Coppa dalle grandi orecchie) dimostra di poter partecipare al ballo europeo senza sfigurare. Il Borussia Dortmund era l'avversario ideale per testare il livello di internazionalità del gruppo di Don Rafè. Primi in Italia contro i primi in Germania, il campionato da anni modello virtuoso nel continente. Esame superato per la truppa di De Laurentiis che si ispira al modello giallonero non solo dal punto di vista tecnico e organizzativo, ma anche per i conti in ordine nel rispetto del fair play finanziario voluto da Platini.
Così battere il Borussia Dortmund, finalista di Champions solo quattro mesi fa, vuol dire per il Napoli avere la mentalità, il coraggio e il cuore giusto, con tanto di sofferenza finale anche giustificabile per quanto mostrato in tre quarti di match, per vivere da protagonista il palcoscenico continentale più illustre. Farlo poi con l'attaccante da 40 milioni, il pezzo più costoso del mercato napoletano, e con il furetto di Frattamaggiore (profeta in patria) è il massimo per una città che adesso sogna in grande.
I fischi intimidatori di quando i tedeschi entrano in campo per il riscaldamento, quasi a voler esorcizzare il temibile avversario, fanno da contraltare agli applausi del San Paolo per i 1500 tifosi gialloneri, segno di un gemellaggio nato prima del match.
E' un Napoli più esperto di quello di Mazzarri che due anni fa si riaffacciò sul più prestigioso palcoscenico europeo: sono appena due i debuttanti, Britos e Insigne preferiti a capitan Cannavaro e a Pandev, e in assoluto i titolari azzurri vantano più presenze in Champions di quelli avversari. Benitez lo aveva annunciato alla vigilia che il suo Napoli non aveva paura dei vice campioni d'Europa in carica e che avrebbe attaccato sin dall'inizio. Così il copione del match vede un Napoli arrembante senza mai indietreggiare di fronte al pressing e ai raddoppi dei tedeschi, capaci di limitare a lungo Hamsik con una sorta di gabbia allestita da Klopp.
E' Insigne il primo a far venire i brividi lungo la schiena al portiere del Borussia con un tiro velenoso, risponde Lewandowski con un'incursione nell'area bloccata da Reina. Poi arriva il guizzo del Pipita che fa esplodere il San Paolo, sbucando dal nulla in una retroguardia non sistemata al meglio (Subotic era fuori dal campo a farsi medicare un sopracciglio sanguinante). E nell'ubriacatura generale, il generale Klopp perde le staffe: lunga protesta contro il quarto uomo Tomè che avrebbe comunicato in ritardo all'arbitro Proença e vista la fama di rompiscatole, l'allenatore del Borussia viene spedito fuori dal campo. Anzi, in tribuna, da dove ancora più nervosamente seguirà il resto del match.
Già senza il suo condottiero, il Borussia rimane anche senza portiere titolare visto che Weidenfeller ferma ingenuamente il pallone con le mani fuori dall'area sullo scatto dello scatenato Higuain. Tedeschi in dieci ma aggrappati all'intraprendenza di Aubameyang, buttato nella mischia a fine primo tempo, mentre il Napoli sembra a questo punto voler attendere gli avversari tentando delle ripartenze. Insigne è il solito furetto che si incunea in area, Higuain sembra in grado di poter pungere ancora. Ma è proprio Lorenzinho, gran destro da fuori area, a riaccendere il San Paolo.
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