Higuan-Dybala ultime figurine della Juve braccia e menti

La coppia argentina finalmente consacrata da Allegri. Che tradizione da Sivori-Charles a Del Piero-Trezeguet

Higuan-Dybala ultime figurine della Juve braccia e menti

Dybala-Higuain: quale è la novità. Uno più uno non fa due, l'aritmetica del calcio ha risultato diverso, a Torino fanno conti pesanti, al di là dei costi. La coppia argentina premette e promette, garantisce qualità e quantità, spettacolo e gol, rientra nella tradizione bianconera. Finalmente Allegri ha sciolto la riserva. Nel senso vero e buono, fuori Mandzukic, comunque buono per le battaglie, e coppia fissa ai due tangheri, ispirati da un bosniaco che sembra meno malmostoso e maggiormente ispirato dalla combinazione sudamericana.

L'album di famiglia di casa Juventus ripropone la formula vincente. Vedendo correre Paulo Dybala tornano in mente le giocate di Enrique Omar Sivori che da quella stessa terra veniva. Il calzettone del cabezon era arrotolato sulle caviglie, quello di Dybala è comunque allentato. Il colpo di testa, la frustata in torsione di Higuain contro il Bologna ha scaldato la nostalgia di chi ha in mente John Charles, il gallese che scuoteva avversari e pali e traverse. Quello era un duo di contrari che si incontravano per unirsi, a parte alcuni screzi di spogliatoio e di campo dovuti alla mala creanza del magnifico Omar.

Vennero poi altre coppie illustri, andando a memoria e non a caso, direi che Platini-Boniek hanno rappresentato la sublimazione di classe e potenza, di stile e forza, il francese metteva in moto la macchina da guerra e il polacco, come disse Agnelli, alla guerra andava, come i suoi compatrioti, a cavallo contro i carri armati russi. Dieci il numero di maglia di Sivori e di Platini, dieci il massimo voto in pagella almeno nelle scuole d'obbligo, dieci il numero anche di Roberto Baggio, divin piedino accanto a Luca Vialli che metteva muscoli e astuzia, feroce a realizzare le idee dell'artista di Caldogno che in silenzio, come un pittore, disegnava traiettorie incredibili e, insieme, sapeva finalizzare, andare al gol, così come era accaduto con Omar e Michel due nomi che non hanno bisogno del cognome per spiegare la cifra di classe e il peso nella storia del football.

Ma non è finita qui: perché Del Piero e Trezeguet o Ibrahimovic a secondo dei gusti e dei gesti, sono stati perfetti nell'abbraccio tattico, nella composizione di una formula di gioco bivalente, forma e sostanza, eleganza e perfidia, pensiero e azione risorgimentale. Del Piero ha rappresentato il cuore italiano, come Roberto Baggio, la fantasia del numero 10 come furono Gianni Rivera o Giancarlo Antognoni, per riscrivere campioni verissimi, senza dimenticare il contemporaneo Totti che innesca un qualunque centravanti che gli mettano a fianco. Alla Juventus il giochino è quasi sempre riuscito, direi che la penultima edizione, prima di quella attuale Dybala-Higuain, aveva reso notti e pomeriggi magici e vincenti. Voglio alludere a Pirlo-Tevez. Che chiedere di più? Il talento di un mago dell'assist, anche spietato goleador sui calci di punizione, alle spalle di Carlitos che aveva più fame di un naufrago e azzannava chiunque gli fosse capitato di fronte.

Prima che qualche rosicone juventino attacchi, non dimentico Nedved-Ibrahimovic, roba fortissima, corsa e ferocia, fenomeni non replicabili, capaci di tutto in qualunque situazione, uno, Pavel Nedved, rimasto a casa, l'altro, Zlatan, emigrato là dove lo portava e lo porta il cuore il conto corrente. Questa la storia delle coppie più belle di Torino, vestendo alla bianconera. Cambiando i cognomi il prodotto non cambia.

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