Siamo più o meno al giro di boa del mercato europeo e anche se molto è già successo forse è ancora di più quel che deve succedere, a cominciare dai due super affari Neymar-Psg e Mbappé-Real. Possiamo però fare un bilancio provvisorio e cercare di capire un paio di cose: chi sta spendendo e dove.
La serie A italiana fino a questo momento è in rosso di 151,25 milioni a causa della faraonica campagna acquisti del Milan, altrimenti - considerando le operazioni delle altre 19 squadre - sarebbe in attivo di 14,55. E i cinesi guidati da Yonghong Li sono di gran lunga quelli che stanno investendo di più in Europa: l'Inter di Suning tra dare e avere al momento fa segnare un +8,45, mentre l'Atletico Madrid formalmente ancora non rientra nel lotto anche se la longa manus di Wang Jianlin (che è azionista al 20%) sta già pilotando i «colchoneros» a cominciare dall'operazione stadio.
Spendono senza esagerare le altre due «asiatiche» Leicester e Valencia, possedute rispettivamente da un thailandese e da un singaporiano, ma facendo di conto si scopre che per ora i più munifici sono i patron nordamericani; statunitensi, per la maggior parte. Quest'anno non è il caso della Roma che per ora ha più incassato che speso (+20,3), ma dal Manchester United in giù - in Inghilterra sono «americane» anche Liverpool, Swansea e Arsenal, anche se in società con un russo, mentre in Francia c'è il Marsiglia - ci stanno dando dentro: -223,6 milioni e non è certo finita qui.
Ciò che distingue i cinesi dagli altri investitori stranieri è che questi ultimi comprano i nostri club e per questi spendono i loro denari, mentre in Cina stanno cercando di creare un loro campionato di livello. Nell'ultima sessione di mercato i club cinesi hanno chiuso con un passivo totale di 415,13 milioni portando in oriente diversi giocatori ancora nel pieno della carriera e iniettando denaro liquido nei bilanci del calcio europeo. Al contrario i campionati arabi e quello americano sono una sorta di «cimitero degli elefanti», mentre i russi dopo qualche colpo estemporaneo - Eto'o su tutti - si sono stabilizzati su un livello medio. Lo stesso Abramovich ormai non è più irraggiungibile come una decina d'anni fa, mentre Rybolovlev del Monaco dopo l'ultima Champions da protagonista sembra aver deciso di monetizzare: ha fissato a 200 milioni il prezzo di Mbappé e nel frattempo ne ha messi in cassaforte altri 116,50 vendendo a peso d'oro i vari Mendy, Bernardo Silva e Bakayoko.
Se il Monaco ha il record delle cessioni, quello degli acquisti è per distacco del Manchester City che sta esaudendo tutti i desideri di Guardiola e ha già un saldo negativo che sfiora i 200 milioni. È sopratutto grazie ai due Manchester che la Premier si sta di nuovo aggiudicando il primato di campionato più spendaccione: -501,37 milioni contro i -158,2 della Bundesliga seconda e staccatissima.
Ligue 1 e Liga spagnola (rispettivamente in attivo per 114,7 e 83,75 milioni) sembrano sonnecchiare, ma è la quiete prima della tempesta. Insieme a Neymar gli arabi sono pronti a riprendersi anche lo scettro di Paperoni del calcio.
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