I Giochi per gli azzurri iniziano in discesa Ma si tratta della libera

Oggi le prove. E l'Italjet ringrazia il tracciatore svizzero È l'ex campione Russi: ho disegnato una gara adatta a loro

Sochi è divisa in tre parti. Può sembrare l'inizio del "De bello gallico" a chi abbia patito e masticato il latino del liceo, eppure questa volta Cesare ha il volto di zar Vladimir e questa ouverture olimpica si adatta perfettamente anche alla città sul Mar Nero dove, domani pomeriggio, prenderanno il via i XXII giochi invernali, i primi disputati in terra russa. Sochi è una e trina e la cronaca della vigilia racconta che quello che si respira nel parco olimpico di Adler, sede degli sport indoor, in riva al mare, è tutt'altra cosa rispetto a quanto, invece, si percepisce stando su, oltre i duemila metri, delle montagne sopra a Krasnaya Poliana, teatro degli sport outdoor. Il terzo "tempo" di questi giochi è quello di Sochi down town, una città che, aspirando a diventare la nuova Dubai del Caucaso, fa da brand all'evento, ma dove probabilmente gli atleti non avranno nemmeno il tempo di andare a passeggiare.

Il clima della vigilia è teso in riva al mare e più rilassato in montagna: ad Adler due giorni fa, agli atleti in arrivo veniva consigliato di non esporre né bandiere né uniformi riconoscibili a balconi e finestre, per evitare di solleticare il gusto di eventuali contestatori. Ieri, poi, il contrordine predicava serenità e la news di maggiore attualità era la goliardia che regnava in alcune toilette del villaggio olimpico dove qualcuno aveva affisso il "divieto di pesca" ed altre mirabilia. Anche Thomas Bach, presidente del Cio, si affrettava a farsi fotografare intabarrato nei colori della divisa dei volontari, raccontando quanto fosse stato visionario il progetto di portare i Giochi invernali in riva al mare.

Ad incantare sono i 6 palazzetti del parco, tre dei quali saranno smontati dopo i Giochi e rimontati in altri luoghi della Russia per incentivare lo sport fra i giovani. Il più bello degli stadi, il Fisht, domani ospiterà la cerimonia di apertura e in molte delle prodezze di questi impianti c'è anche tanta Italia a cominciare dallo studio Zoppini che ha lavorato all'Oval e all'arena di Sochi.

Cinquanta km più su, nella valle rossa di Krasnaya Poliana, intanto, il bel tempo ha fatto tornare a tutti il buon umore. Gli azzurri dell'Italjet sono già arrivati e oggi saranno in pista per le prove della discesa di domenica. Bernard Russi, il campione elvetico che da pensionato si è riconvertito in designer di molte delle piste olimpiche da Albertville '92 in poi, tirava finalmente un sospiro di sollievo: «Ho lavorato qui per 10 anni passeggiando fra i boschi per farmi ispirare il tracciato. Il momento più duro? Quando è franata la pista del gigante femminile, ma la discesa è la pista che mi piace di più, con un salto, il Lake jump, dove forse mi sarebbe piaciuto vincere le mie gare». Secondo Russi la pista si adatta agli azzurri che infatti l'hanno promossa a pieni voti, Innerhofer e Paris in testa. Dello stesso avviso anche Bode Miller che, incalzato invece sulle possibili minacce di terrorismo, ha risposto laconico: «Non desidero saltare per aria più di quanto lo vogliano gli altri, ma tutte queste discussioni accompagnano sempre la vigilia dei grandi eventi. Poi quando si apre il cancelletto tutti pensano solo a vincere».

Dalla cima delle piste si vede il mare mentre guardie con colbacco e sorriso cercano di mimetizzare il clima di allerta. Così fra un count down e una vodka l'unica vera emergenza, per ora, sembra essere quella della pista dello snowboard slopestyle, una delle discipline al debutto e che ha già fatto le sue prime vittime fra cui anche il supercampione Shaun White che saltando ha rimediato un infortunio al polso.

Per concentrarsi sull'halfpipe, salterà queste prime gare. Domani intanto si comincia. «Hot, cool, yours»: qualcuno ha ricordato che questo è il motto di questi Giochi. Caldo e freddo: gli opposti si incontrano. Basta sapersi conquistare la scena.

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