
Stavolta è tutta un'altra storia, l'Inter cade rumorosamente in casa, nemmeno una settimana dopo avere maramaldeggiato contro i resti del fu Toro. L'Udinese dopo la Cremonese (contro il Milan): San Siro d'agosto è terra di conquista un po' per tutti. Di certo, Chivu non può consolarsi con i rimpianti (qualche tiro fuori, un po' di salvataggi di Solet & C.), semmai quel che di buono (poco) l'Inter fa nel secondo tempo, può servirgli da insegnamento per la sosta. Ripassare la lezione e ripresentarsi a settembre, subito in casa della Juventus, ma già 3 punti sotto.
In avvio, la sorpresa è Bisseck al posto di Pavard, non certo Sucic a quello di Mkhitaryan, scontato dopo il grande esordio del croato contro il Torino. Runjaic se la gioca uomo su uomo in mezzo al campo e non si vergogna ad arretrare gli esterni per formare una vera linea a 5 in fase difensiva e intasare il gioco nerazzurro sulle fasce. Le trame di Chivu sono scontate, le tanto decantate verticalizzazioni che hanno sostituito il fraseggio insistito di Inzaghi, altro non sono che lanci lunghi a scavalcare il centrocampo. Se Dimarco e Dumfries non trovano spazio, il pallone rimbalza all'indietro e occorre ricominciare. Sono più i palloni che Sommer calcia lungo di quelli che i nerazzurri fanno lievitare da dietro. Prima palla gol per l'Udinese proprio su un rinvio del portiere sfuggito a Lautaro e avvelenato da Bayo, che però non centra la porta.
Il gol dell'Inter arriva dopo 17 minuti, addirittura uno in meno di quelli impiegati per infrangere il fragile muro del Torino. Mai illusione fu più beffa. Segna Dumfries, ma è una giocata da vecchia Inter, insistita, ricamata, con numero di Lautaro in mezzo al campo, lavoro di Thuram in area e pallone che finisce fra i piedi dell'olandese e da lì in gol. L'Udinese non fa una piega, anzi. Sfiora subito il pareggio con Atta, lo trova con Davis su rigore da Var (braccio di Dumfries su Bertola) e va addirittura in vantaggio prima del riposo, ancora con Atta, 22 anni e un grande futuro, come è grande il gol che realizza con la complicità di mezza Inter: Dimarco che perde il pallone, Barella che dorme, Bisseck che guarda. Incolpevole Sommer, fucilato dal destro a giro del francese.
Nel secondo tempo, l'Inter alza almeno l'intensità, costringendo l'Udinese ad arroccarsi. Si alzano anche i difensori. Segna subito Dimarco, ma il Var pesca Thuram in netto fuorigioco. L'assalto nerazzurro offre a Davis lo spazio per un pericoloso contropiede, sciupato per eccesso di egoismo. Mkhitaryan (per Sucic) è la prima mossa di Chivu. Pio Esposito (per Calha), la seconda.
Tridente con il baby centravanti e la Thula ai suoi lati, ma è niente rispetto alla sostituzione finale, con Bonny (per Acerbi) a completare il reparto offensivo nell'ultimo spicchio di partita. Nemmeno la disperata mossa alla Mourinho vale all'Inter il colpo del pareggio. La luna di miele è già finita.