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I Santi di New Orleans beatificano il Var

Ritentano dopo la svista costata il Superbowl e le scuse Nfl. Ora c'è il replay

I Santi di New Orleans beatificano il Var

Per gli appassionati di football americano gennaio è il mese più bello dell'anno perché ci sono i playoff, e fa niente se dopo il Super Bowl (2 febbraio, Miami) si apre la stagione morta più lunga di tutto lo sport professionistico Usa, ben sette mesi. Nella notte si sono giocate Houston Texans-Buffalo Bills e New England Patriots-Tennessee Titans, con i tifosi di New England a temere che questi siano gli ultimi playoff del 42enne Tom Brady, quest'anno poco brillante.

Ma il fervore maggiore è quello dei New Orleans Saints, che stasera giocano in casa contro Minnesota: già normalmente nella città della Louisiana, dove obiettivamente non c'è molto altro di cui gioire, la squadra è al centro di una passione addirittura insana, ma stavolta c'è un elemento aggiuntivo. Lo scorso anno, infatti, i Saints furono danneggiati da un grave errore arbitrale nella finale della National Football Conference contro i Los Angeles Rams. Gli arbitri non videro il vistoso fallo di un difensore, la partita andò al supplementare e vinsero i Rams, che così andarono al Super Bowl poi perso contro i Patriots. A New Orleans la finale ebbe la più bassa audience della storia perché pochissimi dei tifosi locali ebbero lo stomaco di guardarla, mentre la NFL ammise l'errore ma non poté farci nulla, sul momento: poche settimane dopo però approvò l'utilizzo del replay televisivo, insomma il VAR americano che peraltro viene usato dal 1986, per i tipi di falli come quello commesso al Superdome quel giorno. Porta chiusa dopo che i buoi erano già oltre confine, ma meglio di niente.

Nella stagione in corso peraltro qualche chiamata dubbia c'è stata, ma nulla di drammatico e ora tutto si riazzera e i Saints, con i loro tifosi, sperano che non ci siano più incertezze. L'ambiente sarà carico, ovviamente: squadra che ha preso il nome dai Santi perché annunciata al mondo l'1 novembre 1966, gioca in una città nota anche per una spiritualità contorta e misteriosa.

Insomma, meglio lasciar stare i santi, e il loro corrispettivo, stavolta.

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