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Ibra blinda Pioli. Per ora. "Siamo contenti di lui"

Lo protegge dalle voci su Conte. E il tecnico sul mancato difensore finge non sia un problema

Ibra blinda Pioli. Per ora. "Siamo contenti di lui"

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Milano - Tutto il Milan sta con Stefano Pioli. L'ultima comunicazione ha tutta l'aria di una risposta pubblica e solenne alle indiscrezioni che vorrebbero Antonio Conte candidato alla panchina rossonera della prossima stagione dopo incontro con Ibra, addirittura. La reazione del mondo Milan si è sviluppata in tre tempi: 1) qualche giorno fa, l'iniziativa del team di ritrovarsi tutti a cena, in un ristorante d'albergo a due passi dalla stazione centrale mentre Antonio Conte cenava in altra zona (piazzale Aquileia) con il suo staff storico; 2) ieri la risposta del diretto interessato già passato per questi sentieri scoscesi - ai tempi di Rangnick - e pronto a definirsi «per niente infastidito, semmai annoiato, non penso al futuro»; 3) la parte più interessante, e anche la meno prevista, è quella finale, prima di mettersi in viaggio per Frosinone, con Ibra che a gazzetta.it ha dettato la frase «Pioli è il nostro allenatore e siamo contenti di lui» che vuol dire tutto e niente allo stesso tempo, non esclude novità future ma cementa l'attualità.

Così il Milan viaggia verso Frosinone inseguito da una doppia insoddisfazione: una per il mancato successo sul Bologna da un lato e l'altra per la chiusura del mercato senza il promesso rinforzo, richiesto dallo stesso Pioli in tempi non sospetti. «Non si è verificata la possibilità di tesserare un difensore già pronto per giocare, che conoscesse la lingua e il nostro calcio e quindi il club ha desistito» la spiegazione di Pioli che tradotta vuol dire: abbiamo provato con Buongiorno del Toro, non ci siamo riusciti e adesso alla bisogna punteremo su Simic (escluso dalla lista Uefa per far posto a Kalulu che tornerà utile in marzo-aprile). Identica scelta per il centrocampista: «Bennacer è tornato subito dalla coppa d'Africa, per il resto abbiamo fiducia in Zeroli». Fine dei sogni e 10 in condotta all'aziendalista Pioli. Magari un altro, al suo posto, avrebbe ribaltato le scrivanie, di qui la grande sintonia con club e azionista del tecnico di Parma. A Frosinone si riparte con i soliti difetti traditi col Bologna («la squadra è ottimista, non avverte il pericolo spesso») e la necessità di difendere meglio («sul rigore finale eravamo in 6 contro 3»). Per questo stessa squadra e stesso schieramento con Bennacer recuperato e portato in panchina.

«Io preferisco una squadra che corre in avanti» conclude Pioli dimenticando il vecchio centrocampo (Calhanoglue-Tonali-Kessie-Bennacer) e rispondendo a Braida («mi piace molto questa squadra e non siamo da metà classifica»).

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