Sport

Ibra al Psg, affare fatto. "Bastano" 14 milioni l'anno

Contratto per tre stagioni: prima il via libera dei sanitari poi la firma. Verratti in campo per il primo allenamento

Ibra al Psg, affare fatto. "Bastano" 14 milioni l'anno

Parigi La Gioconda di Svezia è arrivata a Parigi, quando tutto al Parco dei Principi è stato finalmente pronto per accogliere Zlatan, nella sua nuova avventura parigina: dal contratto alla maglietta.

L'annuncio dell'accordo arriva pochissimi minuti dopo le 19: l'ufficio stampa del Psg convoca tutti i giornalisti in attesa di fronte all'ingresso del parcheggio a spostarsi di fronte all'entrata principale.

Arrivano Leonardo e Mino Raiola sorridenti, ed è il direttore sportivo del Psg a prendere la parola: «Abbiamo trovato un accordo con il Milan, ora Zlatan Ibrahimovic dovrà sostenere le visite mediche». Poche parole che cancellano giorni di dubbi, attese e piccoli dettagli da sistemare: Ibra è praticamente un giocatore del Paris Saint Germain.
Annuncio che arriva in anticipo rispetto all'orario in cui solitamente finivano le trattative nell'ufficio del direttore sportivo brasiliano (generalmente le 20), mentre al mattino si inizia in ritardo perché Leonardo si presenta al cancello della sede poco dopo le dieci: gli avvocati di Ibra sono già dentro da qualche minuto pizzicati dai flash dei fotografi attraverso i vetri oscurati dell'auto del club.

Dettaglio che non impedisce all'ex allenatore di Inter e Milan di fermarsi davanti al cancello, sereno e sorridente come poche volte in questi giorni, per ribadire il concetto della sera prima: «Continuiamo a lavorare, forse questo sarà un giorno importante per la negoziazione, potremmo vedere qualc...» . La frase non la finisce, forse perché si accorge che si sta sbottonando un po' troppo, forse perché le domande che gli piovono addosso in tre lingue diverse (inglese, francese e italiano) lo distraggono proprio mentre stava per dire che «qualcosa sarebbe successo in giornata». Un ultimo sorriso, quando viene a sapere che Ibra era stato paragonato alla Gioconda da Mino Raiola lunedì sera, poi accelera e se ne va. L'incontro con l'entourage dello svedese incombe, e nell'ufficio di Leo c'è anche Raiola, anche se nessuno l'ha visto entrare.

Alle 12.30 una foto su twitter dà una scossa alla trattativa: lo scatto mostra che nel negozio ufficiale del Psg all'interno del Parco dei Principi si stanno già preparando le maglie con il nome del bomber svedese. Così in pochi istanti tutto il mondo scopre che la trattativa è praticamente chiusa, anche se manca ancora l'ufficialità.

Tutti aspettano Ibra, ma alle 14.15 arriva Marco Verratti. Il diciannovenne svezzato da Zeman a Pescara ha appena finito le visite mediche e si appresta a firmare il contratto che lo legherà al Psg fino al 2017. Il primo allenamento lo aspetta alle 16.00 al Camp des Loges, sotto un sole battente, primo vero assaggio dell'estate parigina.

A metà pomeriggio France Football rompe gli indugi: «Domani alle 15.30 sarà presentato Verratti, a seguire la conferenza di Zlatan Ibrahimovic», scrive sul sito web. Anticipazione che diventa più credibile poco dopo, verso le 17.30, quando una fonte interna al club fa sapere che tra Ibra e il Psg tutto sta procedendo al meglio: manca poco ma bisogna aspettare ancora. Poco. Perché alle 18.00 Sky Sport annuncia che l'intesa c'è: contratto di tre anni a 14 milioni a stagione (2 in più del Milan).

È la scintilla che fa scatenare i rumors, o meglio i rumeurs francesi, sull'imminente arrivo di Ibra nella capitale francese. Alle 18.30 ci sono già dei giornalisti a Bourget (grande aeroporto privato a nord di Parigi), mentre i tifosi monitorano i voli di linea, provenienza Stoccolma, che in serata devono arrivare a Charles de Gaulle.

Sono i quotidiani svedesi ad ufficializzare la partenza: poco prima delle 19.00 con un volo privato dalla Svezia.

Poi l'invito a seguire l'addetto stampa parigino per «una comunicazione importante». E Raiola che chiosa: «Zlatan è molto felice di iniziare questa nuova sfida. Non bisogna più guardare indietro, ma avanti».

Bienvenue à Paris, monsieur Ibrà.

Commenti