Impresa che cancella anni di amarezze

di Elia Pagnoni

M iracolo a Firenze. Miracolo, soprattutto alla luce di quanto visto sette giorni prima all'Olimpico romano. Miracolo sulla panchina azzurra, perchè il vero senso di questa impresa va chiesto a mister Conor O'Shea, l'irlandese che si è preso l'arduo compito di ricostruire il rugby italiano. Le sue parole dopo la tremenda sconfitta con gli All Blacks sinceramente facevano un po' sorridere: cercare di trovare qualcosa di buono in quella disfatta sembrava un po' fuori luogo. E invece l'astuto irlandese ci aveva visto giusto, se è vero, come è vero, che nel giro di sette giorni ha saputo ricostruire soprattutto il morale dei nostri giganti troppo spesso traditi dai piedi d'argilla.

Sarà anche vero che il Sudafrica sta passando i suoi guai, che probabilmente da quando si è riaffacciato nel mondo ovale non ha mai avuto una nazionale così scadente, ma per una volta lasciateci godere l'impresa, perchè l'impresa di Firenze, seppure non in un torneo ufficiale, rappresenta un punto fermo della nostra storia: la prima vittoria su una delle tre grandi dell'emisfero

sud, la prima contro una nazionale che è stata campione del mondo. Ce n'è abbastanza per cancellare anni e anni di tristi sconfitte, più o meno onorevoli. Il 19 novembre 2016 resterà nella nostra piccola grande storia ovale.

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