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Gli insulti razzisti e il boato allo schianto di Hamilton: cosa succede al Gp d'Austria

La Formula Uno è intervenuta con un comunicato ufficiale per censurare il clima di intolleranza che sembra ormai fuori controllo sul circuito austriaco

Gli insulti razzisti e il boato allo schianto di Hamilton: cosa succede al Gp d'Austria

Insulti razzisti, fischi dei tifosi e il boato allo schianto di Lewis Hamilton al Gran Premio d'Austria: il mondo della Formula Uno sta scoprendo il lato più oscuro del tifo quello più becero, inquinato da razzismo e atteggiamenti anti-sportivi.

Al Red Bull Ring c'è il tutto esaurito, camping stracolmi di supporter di Max Verstappen, la cosidetta Orange Army. Sulle tribune si leggono striscioni non proprio gradevoli, rivolti in particolare a Lewis Hamilton e al suo capo, Toto Wolff, con l'ovvio riferimento al combattutissimo Mondiale 2021. Sulle tribune ci saranno commissari di servizio (una sorta di agenti in borghese) che avranno il compito di vigilare sui comportamenti dei tifosi e intervenire laddove vi siano segnalazioni specifiche.

Nello scaldarsi degli animi e degli episodi, la F1 in Austria si trova costretta a prendere una posizione forte con un comunicato ufficiale di fronte alle tante denunce circolate sui social di fan insultati e oggetto di offese: "Questo tipo di comportamento è inaccettabile e non sarà tollerato, tutti i fan dovrebbero essere trattati con rispetto. Siamo stati informati di notizie secondo cui alcuni fan sono stati oggetto di commenti completamente inaccettabili da parte di altri durante l'evento, ne abbiamo parlato con il promotore e la sicurezza e parleremo con coloro che hanno segnalato questi incidenti, prendiamo tutto questo molto sul serio".

Lo schianto di Hamilton

I tifosi di Verstappen hanno rumorosamente e poco sportivamente applaudito il botto di Hamilton nelle qualifiche del venerdì, seguito da quello del compagno George Russell. Una reazione che segue quanto accaduto a Silverstone, una settimana prima, quando i tifosi inglesi avevani fischiato l'olandese dopo le qualifiche e anche per il suo testacoda a fine sessione, così come l'anno scorso hanno inneggiato contro di lui dopo l'incidente proprio con Hamilton.

Un'ascesa di toni intollerabile. "Sono grato di non essere stato in ospedale e di non essere stato gravemente ferito, non bisognerebbe mai elogiare l'infortunio o l'incidente di qualcuno", ha detto Hamilton in riferimento ai buuu che ha subito venerdì dopo lo schianto a muro che per fortuna per lui non ha provocato conseguenze."Non sarebbe dovuto succedere a Silverstone, anche se ovviamente non è stato un incidente, e non sarebbe dovuto succedere qui".

Il pilota inglese è tornato ad esprimere il proprio parere su Instagram: "Disgustato e deluso nel sentire che alcuni fan stanno tenendo comportamenti razzisti, omofobi e generalmente offensivi sul circuito questo fine settimana. Partecipare al Gran Premio d'Austria o a qualsiasi GP non dovrebbe mai essere fonte di ansia e dolore per i fan e bisogna fare qualcosa per garantire che le gare siano spazi sicuri per tutti". "Per favore, se vedi che sta succedendo, segnalalo alla sicurezza del circuito e alla F1. Non possiamo permettere che questo continui" ha aggiunto il sette volte campione del mondo.

Sui fischi è intervenuto anche Wolff: "Sono un attacco personale al pilota, non sono stati corretti a Silverstone nei confronti di Christian Horner (il boss della Red Bull, ndr), quindi speriamo di poter parlare di buon senso. Amiamo i fan, vogliamo che ci siano, vogliamo che siano emotivi e appassionati, ma quando diventa personale non dovrebbe accadere". Difficile, impossibile anzi dargli torto.

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