L'Inter ha fatto di tutto per perdere, contro l'Atalanta, e non c'è riuscita. È già un bel risultato. Non è da squadra qualunque buttare occasioni da gol, sprecare un rigore, farsi venire il mal di mare quando gli attaccanti altrui si infilano nella tua area e, perché no, il portiere ogni tanto ti mette in imbarazzo. Insomma basta che l'Inter non dia la parola alla difesa per navigare in quota. Soprattutto ora che deve pensare a risolvere i problemi Champions. La partita spettacolo, vabbè emotivamente spettacolare, per le questioni tecniche meglio strigliare entrambe le retroguardie, ha lavorato in controsenso: ovvero ha detto attenti agli errori ma ha confermato che la Nerazzurra è pronta per difendere lo scudetto e riconquistarlo. Ha una rosa ampia, più dell'anno passato perché taluni giocatori sembrano resuscitati, un centrocampo in evoluzione positiva, il feeling tra Lautaro e Dzeko ne ha fatto la terza coppia gol più prolifica nei campionati d'Europa. E il nuovo centravanti sta ricalcando i passi che resero celebre Milito: negli ultimi 21 anni solo il Principe argentino e il nuovo principe bosniaco hanno segnato 5 reti in 6 partite al primo impatto nerazzurro. Quindi la squadra ha tutto per impallinare gli avversari, salvo farsi impallinare. Il mugugno del tifo ha preso di mira Handanovic, che fa a gara con Szczesny per chi ne combina di peggio, ma non è detto che il resto della compagnia, leggi De Vrij, non debba sentir rimorsi.
L'equilibrio difensivo, spesso innervato da una certa Maginot a centrocampo, è sempre alla base di ogni successo o insuccesso. L'Inter è nella via di mezzo: ottimo attacco, difesa da batticuore. Basta stringere qualche bullone.
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