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Inter, il bello della Champions. Ma servono colpi da scudetto

L'ad Antonello rilancia: "Si può puntare al campionato". Suning "blinda" Spalletti. Il tecnico tra rinnovo e richieste

Inter, il bello della Champions. Ma servono colpi da scudetto

Effetto Champions sull'Inter. Il bello è arrivato in pieno stile Pazza Inter, ma il difficile viene adesso dopo aver centrato l'obiettivo stagionale in extremis contro la Lazio. Il giorno dopo è stato quello degli ex presidenti. Ernesto Pellegrini ha centrato la questione: «Serve una squadra degna della Champions». Un avvertimento a Suning, nel quale ripone la solita fiducia Massimo Moratti: «Farà un gran mercato». E la proprietà cinese nella notte dell'Olimpico, a parte le lacrime di Steven Zhang, qualche segnale l'ha mandato proprio con il figlio del patron Zhang Jindong: «Il nostro punto di partenza è stato l'inizio di questa stagione quando abbiamo scelto Spalletti. Nessun dubbio sul rinnovo suo e di Icardi». L'allenatore nerazzurro, che si è defilato per lasciare la scena ai giocatori nel dopogara. Un riconoscimento al merito della squadra, anche se è lui a essere considerato l'artefice della stagione. Dalla partenza entusiasmante alla gestione della crisi invernale fino al rocambolesco finale di campionato. Anche l'ad Alessandro Antonello sottolinea l'importanza del tecnico che a breve firmerà il rinnovo del contratto: «Ci siederemo in settimana a parlare. Abbiamo bisogno di dare continuità e stabilità al progetto». L'ad nerazzurro alza l'asticella: «La Champions è un acceleratore. Nella prossima stagione si può subito pensare al campionato». Quindi l'obiettivo scudetto è dichiarato.

E anche questo diventerà argomento di discussione attorno a quel tavolo, dove Spalletti si siederà con una serie di argomentazioni dalle quali nessuno si potrà sottrarre. E soprattutto lo farà da una posizione di forza garantita dall'obiettivo Champions centrato. L'aveva detto in tempi non sospetti che a fine stagione ci si sarebbe dovuti guardare in faccia. E l'esultanza scomposta al fischio finale sotto il settore dei tifosi nerazzurri è il segnale di un'annata logorante per l'allenatore. Tra promesse non mantenute, gestione della stagione dove a un certo punto il tecnico è sembrato un uomo solo al comando e l'addio di Walter Sabatini che comunque non è stato un segnale positivo. Spalletti ci ha messo più volte la faccia, non picchierà i pugni sul tavolo, ma ha le idee chiare e su quelle non transige. A partire dalla squadra. C'è un gruppo di cinque-sei giocatori che considera arrivato al capolinea della sua avventura, che non sono più da Inter. Un numero non a caso, che deve fare spazio ai giocatori per costruire una squadra che punti appunto allo scudetto dopo gli arrivi già definiti di De Vrij, Asamoah e Martinez. Ma dopo la scorsa estate e il mercato invernale, servono fatti e non parole.

Intanto ieri Piero Ausilio ieri ha blindato Mauro Icardi, il capitano autore di ventinove gol in campionato: «C'è la volontà di migliorare il contratto». Però il ds nerazzurro ha anche avvertito che i circa quaranta milioni garantiti dalla qualificazione alla prossima Champions non incideranno su questo bilancio, ma sul prossimo. Quindi non si allenteranno le ganasce del financial fair play, a proposito dall'Uefa si aspettano notizie a breve. Anche per questo resta complicato trattare i riscatti di Cancelo e Rafinha.

Il quarto posto ha fatto ritrovare la parola anche al presidente Erick Thohir:

«Sfonderemo il muro dei 300 milioni di ricavi». Si parla di dollari. Comunque alla fine è sempre una questione di soldi e tornare nell'Europa che conta dopo sei anni è una bella boccata d'ossigeno per l'Inter. Effetto Champions.

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