Calcio

Inter, Champions vitale. I numeri (da fallimento) tra Inzaghi e il mercato

Sei ko in campionato, 11 gol segnati in meno, 10 subiti in più. Pesano le scelte del tecnico e del club

Inter, Champions vitale. I numeri (da fallimento) tra Inzaghi e il mercato

Non è semplice il viaggio dentro i mali dell'Inter, ma non serve il lettino dello psicologo. Meglio un campo da calcio, o riguardarsi direttamente le partite. Nel senso che mai come stavolta, i problemi sembrano profondamente tecnici e per nulla psicologici. Non è insomma questione di testa, molto più probabile che sia un problema di piedi. L'inattesa sconfitta con l'Empoli, ha immediatamente rilanciato le accuse a Simone Inzaghi. Per critica e tifosi, se l'Inter perde, è quasi sempre colpa dell'allenatore. E le difese della società, nel migliore dei casi sono diplomatiche, anche perché è ovvio che le responsabilità dell'uno finiscono dove cominciano quelle dell'altra.

È pensiero diffuso che se Dybala non è arrivato all'Inter è solo perché Inzaghi si è opposto alla cessione di Correa, e non invece perché, per quanto era stato pagato (30 milioni), non è stato trattabile con nessuno, a meno di iscrivere a bilancio una forte minusvalenza (eh sì, ci sono anche quelle...). Tra costo e rendimento, Correa è probabilmente il punto di minimo dell'Inter, dai tempi di Vampeta. Ma Bellanova? E Asllani, per quel che ha giocato? Inutile ricordare Lukaku, che dei rinforzi estivi era il più importante.

In due anni, l'Inter sulle fasce è passata da Hakimi-Perisic a Darmian-Dimarco. Di Dumfries si sono perse le tracce, anche se resta inspiegabile come Inzaghi l'altra sera abbia potuto preferirgli Bellanova, quel Bellanova. Dimarco è cresciuto molto, è nel cuore dei tifosi, milanese e interista. Ma non è Perisic. E Darmian è uno splendido soldato, ma a 33 anni non può recitare in una grande squadra un copione che non era suo nemmeno a 25. Il passo indietro è evidente.

Lo scudetto ormai è andato anche quest'anno, nonostante l'Inter sia l'unica squadra che ha fermato il Napoli. Partita come quella del 4 gennaio e la finale di Riad, alimentano il rimpianto nerazzurro, ma se quest'anno l'Inter ha 9 punti in meno dello scorso campionato, se finora ha perso 6 partite contro una, se ha segnato 11 gol in meno e ne ha subìti 10 in più, significa che nell'insieme non è all'altezza non solo della squadra di Spalletti, ma soprattutto di se stessa. Anche il cambio del portiere, da molti considerato come la causa dei mali nerazzurri, non ha prodotto i risultati sperati. Anzi, semmai ha svelato un problema anche in prospettiva: Onana sarà mai all'altezza dell'eredità dei grandi portieri dell'Inter?

Zhang, con la supercoppa è al quarto titolo, ruolo che ricoprirà fino a quando non riuscirà a vendere il club, ma alle sue condizioni. Da sola però non basta a salvare la stagione, perché lo scudetto non si può perdere alla fine del girone di andata. Importante sarebbe arrivare ai quarti di Champions, ma soprattutto sarebbe fondamentale chiudere il campionato fra le prime 4, sennò sarebbero guai per tutti, Inzaghi per primo.

E poi c'è Skriniar, che l'Inter sta cercando di piazzare al Psg da subito, per evitare di perderlo a zero a giugno e soprattutto per evitare una convivenza difficile. Già detto dell'errore commesso in estate, ora si tratta di provare a rimediare.

E il viola Milenkovic da prendere subito, sarebbe l'ultima soluzione.

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