Il panettone di Sarri è ricco, quello di Allegri dolcissimo e vanno di traverso ai nemici in corsa. Il Napoli non si distrae, nonostante i fastidi della Sampdoria, la squadra ha raccolto 96 punti nelle ultime 38 partite, dico anno solare, dico come se si fosse trattato di un campionato intero. A nulla sono serviti, finora, e a nulla servono se, nel Duemiladiciotto, questo enorme patrimonio, accumulato dal lavoro del tecnico toscano, non dovesse concretizzarsi in un titolo. La Juventus batte la Roma con due ex, Benatia il gol, Sceznzy il portiere che ha negato il pari ai romanisti. La vittoria delle due di testa viene corroborata dalla sciagurata sconfitta dell'Inter contro il Sassuolo: tre risultati sofferti, un pareggio in coppa contro il Pordenone, due sconfitte consecutive, non sono soltanto un episodio ma il sintomo di un malessere tecnico, anche fisico, che sta annebbiando le idee a Spalletti che ha mandato in campo, con risposta non proprio esaltante, il portoghese Cancelo, facendo i conti con l'apatia di Perisic e il momento negativo di Icardi: un gol nelle ultime tre esibizioni è il dato che non può essere smentito. I cinesi non promettono rinforzi ma il mercato non può essere l'alibi di comodo.
Se in testa la situazione sembra definirsi, a metà classifica il viaggio del Milan prosegue su una zattera alla deriva. L'Atalanta ha giocato da grande squadra, pratica e di qualità. Di contro, il Milan non ha problemi di schemi ma di sostanza e di personalità. Qualcuno dovrebbe anche incominciare ad occuparsi di Donnarumma. Non per il suo contratto, già chiacchierato, ma della sua ìmpostazione tecnica. Donnarumma sta sempre con le gambe aperte, a volte al di là della stessa, come un superman tra i pali, ma, chi conosce il football (l'opinione è quella di uno dei migliori allenatori al mondo che me ne ha parlato) segnala che quella postura lo priva dell'energia esplosiva e dello scatto, indispensabili. Donnarumma ha sbagliato l'intervento sul primo gol atalantino, ha commesso un altro errore parrocchiale, facendosi passare un comodo pallone, appunto fra le gambe, salvato dal fischio dell'arbitro Fabbri che aveva fermato l'azione. Gli insulti di San Siro non lo aiutano ma lui non cresce e con lui il Milan. Aggiungo che su entrambi i gol Bonucci ha partecipato come spettatore. E si tratta dei due rossoneri meglio pagati. Gattuso è al bivio.
Il derby di coppa Italia e l'ultimo impegno dell'anno contro la Fiorentina, rappresentano il punto di non ritorno. Non è lui il colpevole di questa deriva. Chi comanda resta in silenzio. Ed è questo l'atteggiamento peggiore per un club, un grande club, in pieno caos, non soltanto in campo.
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