Milano - Vince il Napoli (0-1) ma il discorso qualificazione resta ovviamente aperto. Brutta Inter, forse stanca, forse scarica, di certo lontana copia di quella che è ha stravinto il derby e riconquistato la vetta del campionato. Il Napoli non incanta, ma non rischia quasi mai e colpisce in una delle 2 sole occasioni avute. Gattuso è pratico, il suo gioco operaio, ma questa Inter basta e avanza.
Primo tempo poco meno che soporifero. Forse una necessità fisiologica (dell'Inter) dopo i fuochi d'artificio del derby. Per il Napoli, parlano i risultati: difficile aspettarsi di più e di meglio. Brozovic ci prova per primo (6' pt) ma il biglietto della lotteria l'aveva già trovato domenica e stavolta Ospina para senza difficoltà. Il basso ritmo gioca contro Lukaku e Martinez, nel primo tempo sempre schiacciati tra difensori e centrocampisti avversari. Il Toro avrebbe una buona occasione su centro di Biraghi, ma il suo sbilenco colpo di spalla finisce ampiamente a lato (17' pt): di testa forse veniva meglio. Strano modo quello di Conte per accelerare l'inserimento di Eriksen. Come nel derby, il danese parte in panchina: evidente il tecnico vuol dimostrare come l'ultimo arrivato sia ultimo anche nell'apprendimento del suo gioco. Moses, peraltro, che Conte ha valorizzato al Chelsea, il gioco dovrebbe conoscerlo, ma non si vede. Molto meglio D'Ambrosio, che però entra a inizio secondo tempo, al posto di Skriniar.
Mentre Viviano continua a non sapere quel che sarà della sua carriera («Stiamo valutando», il laconico commento di Marotta), Padelli è l'osservato speciale della serata. Brividi per un paio di uscite in stile derby, ma applausi per quella che nega a Zielinski (47' pt) il possibile vantaggio (la palla carambola poi sulla mano di Skriniar, per cui qualche scriteriato vorrebbe un rigore dal Var). La nota dolente per l'attuale vice Handanovic arriva al primo vero tiro del Napoli (12' st): triangolo Ruiz-Di Lorenzo-Ruiz, sinistro velenoso dal limite dell'area, portiere (molto fuori porta, troppo fuori porta) impietosamente scavalcato dal pallone.
L'ovvia mossa di Conte si chiama Eriksen, dentro (21' st) al posto del balbettante Sensi (il campioncino di inizio stagione è un lontano ricordo), di cui eredita posizione e compiti, con forse qualche possibilità in più di scivolare anche sul lato destro del gioco nerazzurro (dove c'è Barella). Un fallo fischiato in attacco a Brozovic su Mertens, fa sbottare Conte, punito col giallo dall'arbitro Calvarese. Poco oltre (29' st) dentro anche Sanchez per Moses: Conte schiera così l'Inter più offensiva della stagione. Tridente con Eriksen in appoggio, Brozovic e Barella mediani.
Un gran numero di Martinez su Di Lorenzo genera una mischia furiosa e fumosa nell'area del Napoli, risolta dal lesto intervento di Ospina (30' st). È pressione fino al fischio finale, ma il pareggio (sfiorato da Eriksen con un gran destro deviato in angolo dal portiere, 41' st) non arriva. Au revoir al 5 marzo.
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