Inter, l'oasi in Arabia. Inzaghi copia Conte, solo l'hotel è sbagliato

Il tecnico come il predecessore: adesso aspetta i rivali e attacca tra lanci lunghi e ripartenze

Inter, l'oasi in Arabia. Inzaghi copia Conte, solo l'hotel è sbagliato

Inzaghi ha cambiato pelle all'Inter senza dirlo e allora non tutti se ne sono accorti. È come se la sosta fosse valsa un momento di riflessione. Là dove c'era la squadra che imponeva il suo gioco, o che per lo meno che cercava di imporlo, ché in realtà in questa stagione fino a metà novembre non c'era riuscita molte volte, ora ce n'è un'altra che aspetta l'avversario e prova a colpirlo più con malizia che con forza, più col fioretto che con la sciabola. S'è visto col Napoli, partita perfetta del manifesto al contropiede, poi vanamente cercato di replicare da Allegri e la sua scombiccherata Juventus, ma s'è rivisto anche con i più modesti Monza e Verona.

L'Inter non va più in pressione sui portatori di palla avversari, lascia che ripartano comodamente dal basso, li aspetta nella sua metà campo, solo lì comincia la caccia al pallone. E al contrario, Onana almeno 1 volta su 2 lancia lungo come si è sempre fatto prima che Guardiola la facesse diventare una moda anche tra chi non ha i calciatori adatti. Un bel lancione per scavalcare il centrocampo e avvicinarsi più velocemente all'area avversaria. È il gioco di Conte, che ha esaltato Lukaku, facendolo probabilmente apparire più forte di quello che invece è in realtà, considerata la tecnica, non certo pari a forza e velocità. Il gioco che Inzaghi e il suo staff hanno preparato proprio per sfruttare al meglio Big Rom, e già si era visto contro il Napoli, prima che il centravanti si fermasse un'altra volta, ma che evidentemente hanno confermato anche in assenza del centravanti belga.

È un calcio meno bello, ma che può diventare più efficace. Col Napoli si è visto. Col Verona un po' meno, considerato l'avversario e il risultato finale. Ma anche in questo caso, l'Inter ha incrociato un arbitro che non gli ha dato una mano né ragione sugli episodi più importanti, cominciando proprio dal possibile 2-0, negato a Lautaro per una sbracciata più veniale che davvero fallosa. Fatto è che dopo il pareggio subìto a Monza nel finalissimo, anche contro l'Hellas l'Inter ha chiuso la partita nella propria area.

Mercoledì, la controprova a Riad, nel derby che non vale certo una stagione, ma che assai può pesare su giudizi in questo momento in bilico. La SuperCoppa resta per valore l'ultimo dei trofei che una squadra può vincere, ma perderla è ovviamente peggio, tanto più in un derby. Inzaghi cala i 4 successi personali in 5 finali giocate, ma soprattutto il recupero a tempo pieno di Barella, oltreché di Calhanoglu, già titolare col Verona. Tutti i giocatori sono volati in Arabia Saudita, ma Handanovic e Brozovic solo per fare gruppo. Formazione scontata: Darmian e Acerbi in campo. Lukaku, ben che vada in panchina.

Il rimpianto più grande di Inzaghi è quello di

avere cambiato albergo rispetto al 2019, quando vinse la Supercoppa con la Lazio e contro la Juventus. Decisione della Lega Calcio, per la convenzione con gli organizzatori locali. Superstizioso, Inzaghi l'ha presa malissimo.

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