Inter, la mossa di Marotta tra crisi e ammutinamenti "Spalletti? Il posto è saldo"

L'ad prova a compattare l'ambiente: «Parma non sarà decisiva per il futuro dell'allenatore»

Inter, la mossa di Marotta tra crisi e ammutinamenti "Spalletti? Il posto è saldo"

Le parole sono importanti. Hanno un peso e spesso possono spiegare benissimo una situazione. E c'è una frase pronunciata da Spalletti dopo la sconfitta contro il Bologna che merita di essere analizzata. «Sembra che per certi versi la squadra mi segua». Una frase che potrebbe, appunto dire tantissimo. Quel «sembra» e quel «per certi versi» non sono esattamente quello che ci si aspetta di sentire da un allenatore che ha il pieno controllo della situazione, dello spogliatoio e del suo ruolo. Non è quella frase secca e decisa che non lascia spazio a interpretazioni che ci si aspetta dopo una sconfitta che fa male in un periodo di crisi. Non è quel manifesto di sicurezza che in certi momenti è necessario per far vedere che si è saldamente al comando della nave che si dirige. No, non lo è nemmeno un po'.

Un allenatore deve avere il pieno controllo dello spogliatoio e la squadra deve seguirlo ciecamente. O quasi. Di certo non può seguirlo soltanto «per certi versi». Non è un caso che l'Inter sia nel caos. C'è la sensazione diffusa di una sorta di ammutinamento interno per cui l'autorità dell'allenatore non sia più riconosciuta da tutti. Non è una novità nel mondo del calcio. L'ultimo esempio arriva da Manchester, sponda United. Con Mourinho in panchina la squadra faceva pietà. Appena sloggiato lo special one, ecco arrivare vittorie in serie. E parliamo di Mourinho, non dell'ultimo arrivato o di uno che difetti in personalità e carisma. I giocatori sono fatti così. Vuoi volontariamente, e questo sarebbe grave, vuoi inconsciamente, appena percepiscono che il condottiero non è più solido al suo posto, possono allentare la tensione e iniziare ad andare fuori giri. E questo sembra stia capitando all'Inter. Probabilmente in maniera non dolosa ma la squadra è in confusione, ed è palese. Ecco perché il tecnico dell'Inter è in discussione. Al di là delle dichiarazioni di facciata.

Anche ieri l'ad Beppe Marotta ha rassicurato l'allenatore toscano. Parma non sarà decisiva per il suo futuro. «La posizione di Spalletti è molto solida. Siamo in una situazione interlocutoria, ci sono ancora tante partite e siamo al terzo posto - spiega Marotta - La società è forte, la rosa competitiva e l'allenatore capace. Sono certo che ne verremmo fuori presto». Parla di miglioramenti necessari dal punto di vista della continuità Marotta, fa capire che comunque l'obiettivo Champions League rimane imprescindibile, dice che Icardi «è un bravo ragazzo» e il suo rinnovo non lo influenza poi torna su Spalletti e la squadra e spiega: «Serve grande lucidità in questo finale di campionato. Io come dirigente negli ultimi 22 anni non ho mai esonerato un allenatore». Parole da leader quelle di Marotta. Non poteva essere diversamente. Lui deve compattare l'ambiente e non può delegittimare l'allenatore. Anche perché Spalletti ha appena rinnovato il suo contratto alla non leggera cifra per il bilancio di 4,5 milioni a stagione il che lo rende un po' più solido. Ma non del tutto. I risultati devono tornare ad arrivare e la svolta deve esserci, al più presto.

Perché non è un mistero che Zhang voglia puntare su Conte per la prossima stagione come non lo è che un anno senza Champions sarebbe un bagno di sangue dal punto di vista economico per la società. Quindi: tutti uniti almeno per il momento. Poi, sulla base dei risultati si vedrà che fare. E si vedrà anche se la squadra segue veramente il suo allenatore o se lo segue soltanto «per certi versi».

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