Inter-Napoli oltre i veleni

Inter-Napoli oltre i veleni

Sprofondata all'ultimo posto (per il vero molto conteso) nella classifica della civiltà calcio-tifosa, l'Inter si aggrappa a stelle e stellone di una serata rinfrancante nel risultato, un po' meno nella globalità del gioco, certamente da dimenticare nel fuori campo. Il Napoli è più vicino, seppur resti lontano. Lautaro ha segnato il gol che conta e così saranno evitati altri mugugni paterni. Per una volta la squadra ha fatto intuire di avere un gruppo di giocatori sui quali contare sempre. Pazienza se Nainggolan L'oro va cercato altrove. Per esempio: quando si dice è arrivato Marotta, si vuol intendere un senso più spiccato di fermezza dirigenziale. Lo hanno chiarito anche i tifosi, esponendo uno striscione sul caso Nainggolan. Però quel gol di Lautaro, proprio a fine partita, dopo averne scampato subito prima uno devastante, dice anche che Marotta non se la passa niente male in fatto di stellone. Salvo non siano residui del ciclo juventino. Comunque aver fortuna, e portarne in dote, è segno da grandi interpreti. Vero che all'Inter ne servirebbe qualcuno in più in campo. Omissis sulla panchina.

La vittoria di San Siro può considerarsi determinante dal punto di vista psicologico: la squadra doveva vincere e lo sapeva fin dal primo giorno di campionato, era la sfida fra due capo tribù, decisiva per piantare una bandierina: non tanto, e non solo, per avvicinare in classifica il Napoli con il quale dovrà giocarsi il secondo posto (si presume), ma soprattutto per dimostrare che l'Inter è ancora da competizione, che la rosa è davvero migliorata come dicono le cifre. In 4 anni il valore è aumentato del 146%, passando da 230,1 milioni a quello stimato in 567,4 milioni: 337,3 in più. Giusto per la cronaca, la Juve guida la classifica con un valore stimato di 809 milioni, Napoli al 3° posto avendo aumentato del 121%, ma si parla di 559 milioni. Numeri magari contestabili che, però, dicono dove deve stare una squadra. Se, poi, raffrontiamo la classifica di quest'anno e dell'anno scorso dopo 18 turni, balza all'occhio il -4 (punti) raccolti da Inter e Napoli, mentre la Juve ne ha 6 in più.

Ecco un campionato in poche parole. Va aggiunto che il Milan, oggi contestato, ha 4 punti in più. Dunque se Gattuso piange, figuratevi come dovrebbe lacrimare Spalletti. Invece l'ultima Inter gli propone un minimo di ottimismo, almeno nella conta degli uomini ai quali credere. Escludiamo il clan croato, davvero troppo ondivago. Invece partiamo dal solito noto: Icardi, nonostante gli eccessi della sua signora, si batte e si sbatte per tenere in piedi la squadra. Poi fate caso a Vecino, che infila sempre la giocata nell'azione giusta: il gol di Lautaro conferma. Handanovic si sta rivalutando. Perfino Joao Mario sembra tornato un moderno giocatore di calcio. De Vrij è roccioso.

Skriniar prende voti da professore, anche se stavolta il piede giusto lo ha messo Asamoah che, inviata la squadra sulla china perdente in due match (Juve e Tottenham), si è riscattato salvandola dal nubifragio. Subito dopo è uscito l'arcobaleno di Lautaro. Un caso? Forse un segnale che l'Inter ha un giocatore in più e un problema in meno. E le stelle non stanno a guardare.

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