Mettere in campo la maturità acquisita e le doti dei singoli, strappare la settima vittoria consecutiva (la nona comprensiva di coppe) condita dalla consueta pazzia che la contraddistingue da sempre. È cresciuta molto l'Inter di Stefano Pioli, un insieme di giovani talenti divenuti squadra sotto l'egida dell'ex allenatore di Parma e Lazio e l'inserimento di Gagliardini sulla mediana. Il 3-0 rifilato al Pescara, soprattutto per quanto visto nel primo tempo, racchiude in sé tutti i crismi per definire la compagine nerazzurra promossa a pieni voti: lucidità in fase offensiva e mediana granitica, idee gagliarde e buoni movimenti senza palla. Ma la difesa, ancora una volta, ha concesso troppo spazio agli abruzzesi, all'inizio delle due frazioni di gioco. Un qualcosa su cui Pioli è chiamato a lavorare in fretta: domenica sera si va allo Juventus Stadium a sfidare i bianconeri Campioni d'Italia. Un match che, per risvolti sportivi e non, rappresenta sempre una gara molto delicata nell'economia della stagione nerazzurra. L'Inter, comunque, si presenterà a Torino con un ruolino di marcia ottimo: in queste ultime sei giornate gli uomini di Pioli hanno subito solo due reti, nessuna squadra ha fatto meglio.
Le possibilità che il Pescara potesse portare via il bottino pieno da San Siro erano ben poche: l'Inter ha vinto le ultime otto sfide contro il Pescara in Serie A, realizzando 20 reti e subendone solo tre. In più, la squadra nerazzurra ha perso in una sola occasione contro gli abruzzesi al Meazza, nel settembre 1987. Altro calcio, altra epoca.
I nerazzurri continuano nella loro disperata rincorsa alla Champions: perché nonostante la Beneamata sia l'unica squadra ad aver vinto tutte le ultime sette giornate di campionato in Serie A, la terza piazza in classifica che proietta nell'Europa che conta è ancora appannaggio del Napoli, che viaggia con due punti di vantaggio sui nerazzurri e una gara in meno disputata.
Pioli, però, può sorridere: perché dopo l'iniziale incertezza nella sfida contro gli abruzzesi, dovuta anche ad un'eccessiva leziosità dei suoi giocatori, la squadra ha iniziato a giocare come lui chiede. E passato lo spavento per un gol giustamente annullato a Verre per fuorigioco al 23', è andata avanti nel risultato prima con D'Ambrosio su assist di Brozovic e poi con Joao Mario, al secondo gol consecutivo. 19 minuti per chiudere subito la pratica Pescara e infilare la settima vittoria consecutiva, cosa che non accadeva addirittura da novembre 2012. In panchina c'era Andrea Stramaccioni, artefice di quel miracolo sportivo che fu espugnare proprio lo Juventus Stadium, prima squadra in assoluto a farlo. E, corsi e ricorsi storici, quella fu proprio la settima vittoria del filotto nerazzurro targato 2012.
Risparmiato il diffidato Kondogbia in mediana, la coppia Brozovic Gagliardini ha comunque offerto la copertura e la spinta offensiva necessaria senza sfigurare. L'ex atalantino, inoltre, in poco tempo è diventato un punto fermo dello scacchiere tattico del tecnico parmigiano, giocando come un veterano con tanti anni trascorsi ad alto livello quando la sua carta d'identità riferisce invece di essere di fronte solo ad un 22enne. In difesa ha rischiato Miranda, anche lui diffidato, graziato dall'arbitro per una trattenuta su Bahebeck.
La sfida alla Juventus è già cominciata: la settimana che porterà
al match di Torino sarà lunga ed importante. Questa Inter è stata promossa, ora non rimane che confermare quanto di buono fatto vedere nel corso degli ultimi due mesi. E mettere paura anche ai campioni d'Italia in carica.
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