Scende finalmente in campo anche l'Inter, ultima tra tutte, stasera alle 20:45 contro la Lazio, ed è una partita speciale, non solo perché i campioni d'Italia giocano con lo scudetto sul petto per la prima volta davanti al loro presidente Zhang (assente in tribuna dal 23 maggio), ma perché la squadra di Sarri è fin qui l'unico inciampo nella sennò trionfale marcia nerazzurra.
Era il 16 ottobre, e nonostante il vantaggio iniziale (rigore di Perisic), l'Inter cadde pesantemente nel finale, sotto i colpi biancocelesti e certo non senza colpe, più grandi delle polemiche nate dal gol del sorpasso, segnato da Milinkovic, con Dimarco a terra nella metà campo laziale. Da allora: 9 vittorie e 2 pareggi, solo 4 gol al passivo (e Handanovic con imbattibilità in corso da 552'), quando erano invece stati 11 nelle prime 8. Mai sconfitta fu più salutare.
Stavolta l'Inter riparte davvero e lo fa senza Calhanoglu, che paga stasera la squalifica prenatalizia, non scontata a Bologna (l'avrebbe fatto in caso di 0-3 a tavolino). Con Barella e Brozovic, solito ballottaggio Vidal-Gagliardini, con prospettiva sulla sfida di mercoledì contro la Juventus, Supercoppa in palio. Dzeko è guarito dal Covid ma va in panchina, pronto a entrare in caso di bisogno e soprattutto a sfidare la Juventus. Davanti, con Martinez più Sanchez di Correa. Sarri è senza Acerbi (stiramento) e medita di lasciare fuori Luis Alberto (per Basic).
Inzaghi sceglie una vigilia muta, ma del suo affetto per Roma e per la Lazio si sa tutto, così come si sa che il futuro è oggi e ne parlerà in questi giorni con Zhang, pronto a proporgli un rinnovo contrattuale tutto da definire. Bloccato fino al giugno 2023 a 4,5 milioni netti a stagione, potrebbe prolungare per 1 anno o per 2. Curioso che si ipotizzino balzi in alto dell'ingaggio, nelle stesse ore in cui le società, non solo l'Inter, sono pronte a reclamare ristori per le inevitabili restrizioni da pandemia. Intanto ieri sera il presidente ha portato tutti a cena.
Tra la partita di stasera e quella di mercoledì con la Juventus, l'agenda di Zhang è ricca di incontri, anche se l'operazione più delicata tra tutte (il rifinanziamento del prestito da 400 milioni con Goldman Sachs) non va fatta in presenza e non a Milano. Qui ci sono da annunciare i rinnovi con il management italiano che in questi mesi ha portato il club al successo e non solo fuori dalla bufera, valutare la questione stadio, che rischia un altro stallo al di là di quello che dicono le società e l'amministrazione cittadina, mentre è da escludere che sia Zhang a occuparsi personalmente dei contratti dei giocatori in scadenza.
Brozovic vincerà il braccio di ferro e avrà gli 8 milioni richiesti (del resto un sostituto all'altezza costerebbe molto di più), Perisic invece potrebbe essere sacrificato (ma il sostituto non arriverà a gennaio), con Handanovic
si discuterà a febbraio, ma per farlo firmare il club deve proporgli non solo denaro (certo ben più la metà dell'ingaggio attuale) ma anche prospettive tecniche (come un ruolo di allenatore nel post carriera agonistica).
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