Roma - Difficile pensare al campionato quando ti giochi la possibilità di una semifinale di Coppa. Certo, i proventi dell'Europa League non sono certo paragonabili all'ingresso nella fase a gironi della Champions, ma c'è di mezzo il prestigio. Sono 15 anni che la Lazio attende un traguardo così importante a livello continentale (ultima volta la semifinale di Uefa con il Porto di Mourinho) e Simone Inzaghi vuole un bel regalo per il suo 42° compleanno: la vittoria - che sarebbe la 90ª nelle competizioni Uefa per i biancocelesti - nel primo round della sfida con il Salisburgo in un Olimpico con una cornice di pubblico finalmente degna di una serata di gala (attesi in 40mila).
Il tecnico biancoceleste è consapevole che la squadra sia stanca mentalmente dopo una stagione giocata a mille all'ora, ma si gioca le carte migliori: dal «Sergente» Milinkovic-Savic ristabilito e tonico dopo l'infortunio al Lucas Leiva leader carismatico dello spogliatoio passando per Luis Alberto e i gol (36 in stagione) di Ciro Immobile. Già sei i centri in Europa League dell'attaccante, re dei bomber in A e in corsa per la Scarpa d'Oro, oltre che per il trono cannonieri della competizione europea. Immobile è il terminale principale di una squadra che ha segnato 102 gol nell'annata, ma che sta accusando qualche amnesia di troppo in difesa. Su questo punta il Salisburgo dei miracoli, di proprietà del patron della Red Bull Dietrich Mateschitz: è vicino al titolo austriaco e in Europa non perde da 19 partite (11 vittorie e 8 pareggi).
Con il suo 4-4-2 il tecnico Rose, dopo aver perso il preliminare dalla Champions solo per differenza reti, ha eliminato Marsiglia, Real Sociedad e Borussia Dortmund. «Dissi subito che il sorteggio non era fortunato come sembrava, ma abbiamo le stesse possibilità di passare il turno, la mia Lazio non ha paura», così Inzaghi alla vigilia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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