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«Io l'uomo dei miracoli questa volta l'ho fatto per davvero»

Federer si confessa e ammette l'impresa: «Non meritavo, eppure sono ancora qui...»

Marco Lombardo

L'uomo dei miracoli alla fine ha confessato, l'ha ammesso che in tanti anni non ci eravamo sbagliati su di lui. «È stato un miracolo, magari adesso pioverà» ha detto guardando il cielo di un'Australia bruciata ma sempre più arsa dal suo infinito talento. Roger Federer l'ha fatto, l'ennesimo. Solo che questa volta non ha avuto il coraggio di negarlo, sfinito com'era, malconcio, davvero per una volta dentro tutti i suoi 38 anni e mezzo. Dopo 7 match point salvati contro Sandgren, un intervento medico e un inguine dolorante: «Sono stato fortunato, quando devi affrontare così tante palle match dell'avversario non puoi avere sotto controllo tutto. Non meritavo di vincere, eppure sono ancora qui. Sì, è un miracolo».

L'incredibile storia tennistica del Re si è insomma arricchita di un capitolo che neppure i suoi più adoranti fans pensavano di dover leggere: quante volte Roger è stato dato per finito? Quante volte ci ha smentiti ricordandoci che nella vita, non solo nello sport, «bisogna pensare che sia finita solo quando vai a stringere la mano all'avversario: io non smetto mai prima. E se riesco a vincere un match così o come quello con Millman, sì: ci credo»? Già, Millman, il match nel quale si è trovato 4-8 nel super tie-break del quinto set per vincere sei punti di fila e l'incontro. E Sandgren, ieri, quando dopo aver guadagnato il primo set, è arrivato il dolorino all'improvviso, il doppio 6-2 per l'avversario e i sette match point del quarto set. Salvati con pazienza e fortuna: «Francamente pensavo che fossero stati tre, neanche me li ricordavo». La faccia di Sandgren, Tennys (già, si chiama così), era quella di uno che doveva vincere, stava vincendo, aveva vinto. E invece niente: davanti al Divino tutto può cambiare. Davanti a chi ti batte e non ha neanche la forza di esultare, a chi sa di averla fatta grossa: «Sono un pochino dispiaciuto per lui perché non ha sbagliato niente - ha spiegato il Magnanimo -. Certe sconfitte fanno male e ti chiedi che cosa faresti di diverso se potessi rigiocarle. Avrei potuto sbattere gli occhi al momento sbagliato e steccare. Avrei perso. Sarei andato in Svizzera a sciare. E invece...».

E invece in semifinale a Melbourne ci sarà di nuovo Federer-Djokovic, con la probabilità che ci sia da schiantarsi contro un muro. Lo dice l'età, quel dolorino che chissà se passa, il furore di Novak. Per qualcuno Federer farebbe meglio a ritirarsi, perché così vincere sarebbe un miracolo.

Magari, però, sarà il prossimo.

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