FirenzeRicominciare un'altra vita, dopo 17 anni di Milano rossonera, San Siro, trionfi in tutto il mondo. Massimo Ambrosini non è dolce col passato: «Sono emozionato, è la seconda presentazione della mia vita, la prima fu a Vicenza, avevo 20 anni... Mi aspettavo più attenzione, non riconoscenza. Ogni addio al Milan è una storia a sé: Maldini una, Costacurta un'altra, io un'altra ancora... Desideravo più chiarezza, su una decisione peraltro legittima da parte della società. Dopo che me ne ero andato ho sentito un dirigente del Milan, ma ormai era successo tutto e a quel punto francamente non mi interessava più niente... Ora sono felice di essere a Firenze dovrei avuto dovuto arrivare a 18 anni, prima del Milan...».
Ambrosini parla all'Hotel La Pace, quartier generale viola nel pre-ritiro di Montecatini: «Non sono un ragazzino eppure porto il mio entusiasmo a questo gruppo. Ho grande stimoli nel rimettermi in discussione. Grazie alla Fiorentina, ai suoi giocatori, alla gente viola: mi hanno accolto benissimo. E non possiamo nasconderci: dobbiamo confermarci sul piano del gioco e migliorare la posizione dello scorso anno. Montella è un allenatore molto stimato nel nostro ambiente e io non posso che confermarlo». Ljajic nel mirino rossonero: «Non ci ho parlato, dico solo che lui è un patrimonio del calcio e della Fiorentina. Ha preso coscienza della propria forza, se continuerà così diventerà un protagonista assoluto».
La fine del campionato ha visto le scintille tra Milan e Fiorentina: «Io nell'ultima partita sono stato espulso (a Siena ndr,), più di così non potevo fare (e scoppia a ridere, ndr)... Comunque credo che la Fiorentina meritasse la Champions perché durante la stagione, come gioco, era stata superiore al Milan».
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