«Io scarso? Se ne trova uno che ha fatto 316 gol...»

«Io scarso? Se ne trova uno che ha fatto 316 gol...»

Montella ha provocato, Inzaghi ha risposto per le rime: Milan-Fiorentina promette subito scintille prima di apparecchiare stasera la sfida che può davvero indirizzare il duello per il terzo posto. Così è divertente il calcio, così è anche educativo se i due bomber di qualche anno prima, adesso finiti in panchina, si "sfottono" amabilmente e sotto sotto prepararono trappole per il rispettivo rivale. Detta Vincenzo da Firenze, riconosciuta guida sapiente di una squadra che sta decollando in Europe league mentre risulta in ritardo in campionato, staccata a 9 punti: «Pippo? L'ho trovato invecchiato». «In effetti… il nostro è un mestiere che logora» la replica divertita del rossonero a Milanello, osservatore privilegiato 24 ore prima del meeting tra Silvio Berlusconi, sua figlia Barbara e 10 manager di aziende interessate al marchio Milan. «Quando senti parlare per 4 ore il presidente, rimani a bocca aperta e capisci perché è diventato Silvio Berlusconi» l'elogio sincero del giovanotto che si è fatto allenatore per non tagliare il cordone ombelicale con il calcio e con il club, i suoi due amori eterni. «Da centravanti ha segnato tanto ma era scarso tecnicamente: non aveva né tiro da fuori area e nemmeno dribbling» l'altra punzecchiatura di Montella a cui Pippo ha risposto alla sua maniera, tirando fuori dal cassetto di una carriera inimitabile, i numeri che sono la sua forza. «Se mi porta uno scarso che ha fatto 316 gol mi fa piacere» è la replica mai risentita, tono su tono, canzonatorio il primo, appuntito il secondo.

Questo è il saporito contorno di Milan-Fiorentina, sfida dietro la quale è possibile cogliere invece avvisi e riconoscimenti che sanno di miele e non solo. Per esempio ecco Montella avvertire i suoi: «In Italia si gioca sull'avversario, in Europa invece utilizzando il proprio copione: forse è il caso di capire questa differenza con qualche accorgimento» è il consiglio offerto da Vincenzo alla sua Fiorentina distante 5 punti dal Milan di Inzaghi. «Se me lo avessero detto prima di cominciare, che avrei affrontato i viola con 5 punti di vantaggio, avrei firmato cento volte» è la chiosa di Pippo che sa di dover correggere difetti antichi e recenti («se togliamo la spina possiamo prendere gol da chiunque») e nel frattempo è sembrato preoccupato più dall'effetto degli elogi che dall'arrivo della viola. Che qui a San Siro, tra l'altro, da tre anni a questa parte, è abituata a spazzare via la concorrenza rossonera come un ciclone, rovinando il secondo possibile scudetto di Allegri e rifilandogli la batosta da cui prese le mosse il famoso "papello" di lady B. «È una squadra attrezzata per vincere lo scudetto se si considera che al momento deve fare a meno di Gomez e Rossi» il giudizio impegnativo di Inzaghi che tiene conto anche di altre cifre, per esempio la performance della difesa viola, solo 5 reti subite a dispetto della propria, esattamente il doppio, 10, conferma solenne di una fragilità strutturale. Alla fine, però, sono baci e abbracci tra i due. «Lo ringrazio per le parole usate» è la mano tesa di Pippo che non ha tra le sue ambizioni dichiarate quella di un futuro alla Ferguson. «Vorrei essere apprezzato come allenatore anche perché qui al Milan di manager bravi ce ne sono» è la sua chiosa: ogni riferimento ad Adriano Galliani è naturalmente voluto.

E il suo futuro da tecnico apprezzato del Milan passa anche dalla serata con la Fiorentina e dalle scelte, delicate, che si annunciano. E cioè Abbiati preferito ancora a Diego Lopez, nonostante «fosse chiara a inizio di stagione la graduatoria», e Menez che può tornare togliendo posto e responsabilità al discusso Torres.

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