Nel segno del dieci. Che purtroppo non sono i gol dell'Italia al Liechtenstein (sarebbe un record, quelli saranno solo cinque, non pochi per la verità), ma il numero di maglia di Lorenzo Insigne nella serata azzurra a Udine. Giocate mai banali, un gol gioiello e un assist sono la sintesi della splendida partita del folletto del Napoli, ciliegina su una stagione davvero straordinaria. È proprio lui il grimaldello di una serata fattasi stranamente difficile dopo un primo tempo con più ombre che luci. Una serata completata dai gol di Belotti, Eder, Bernardeschi e Gabbiadini (gli ultimi tre entrati nella ripresa). Reti per certi versi storiche: l'attaccante granata segna il sigillo numero 100 in azzurro di un giocatore del Torino, quello dell'Inter non aveva mai festeggiato una marcatura con la maglia dell'Italia in casa, il giocatore della Fiorentina esulta per la prima volta in azzurro, la punta del Southampton si sblocca nell'era Ventura.
Alla «Dacia Arena» non arriva la goleada che come aveva avvertito il ct non fa parte del dna della nostra Nazionale e nemmeno dei club italiani. Il 7 settembre 2010 contro Far Oer l'ultima volta di un pokerissimo azzurro. E alla fine Ventura sembrerà quasi rammaricato per il fatto di non aver infierito sugli avversari. La tappa in Friuli, ultima curva del percorso prima della sfida al Bernabeu che deciderà le sorti del girone e la qualificazione a Russia 2018, non cambia così le carte in tavola. La Spagna archivia la pratica in Macedonia non senza difficoltà, ma a Skopje anche l'Italia aveva portato a casa i tre punti con qualche patema. Unica, e magra, consolazione l'aver ridotto la differenza reti a -4 rispetto alle Furie Rosse. Fra 82 giorni, nel drammatico crocevia di Madrid, servirà solo una vittoria per evitare gli spareggi.
L'Italia impiega 34 minuti per domare la resistenza della squadra del Principato, che a Udine si distingue per compattezza e organizzazione. Il Liechtenstein, nel primo tempo, sembra molto diverso da quello demolito in Spagna a settembre e sconfitto con grande facilità dagli azzurri. Il guardalinee Connor annulla un gol bello e regolare a Candreva dopo nemmeno due giri di lancette, così gli azzurri nel costante assedio alla porta di Jehle si lasciano prendere dalla frenesia. L'assenza di Bonucci, risparmiato da Ventura perché diffidato e a rischio squalifica per la Spagna, toglie qualcosa in fase di impostazione.
Diciassette i tiri dell'Italia nella prima frazione, ma solo 5 nello specchio e per lo più frutto di iniziative individuali. E dopo il gol sfiorato da Polverino, a scrollare di dosso la paura ci pensa la perla di Insigne, una giocata da vero fantasista: palla alzata con il destro, controllata di petto e spedita al volo in rete. Il calciatore del Napoli segna ancora a Udine come aveva fatto 15 mesi fa in amichevole contro la Spagna, ma è il suo primo gol azzurro in una gara di qualificazione.
La ripresa evidenzia i limiti tecnici e di tenuta del Liechtenstein e l'Italia dilaga, mandando in gol quasi tutti i suoi attaccanti. E regalando risposte importanti al commissario tecnico. «Il primo tempo ci sarà stato utile per capire cosa è opportuno fare in campo, con la voglia di strafare non fai, c'era solo la voglia di segnare - dice Ventura alla fine -.
Se arriviamo così in Spagna andremo fuori giri, meglio nel secondo tempo quando abbiamo giocato e l'abbiamo fatto con serenità creando sette-otto azioni pulite». Il bilancio del primo ciclo di Ventura ct è di sette vittorie, due pareggi e un solo ko: negli ultimi 40 anni solo Vicini e Trapattoni avevano avuto questo ruolino di marcia.
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